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VOLO D’AQUILA SULLE PARTITE DELLA LAZIO

VOLO D’AQUILA SULLE PARTITE DELLA LAZIO
La Lazio libera un'aquila nel cielo sopra l'Olimpico come "simbolo di rinascita". Il gesto è rito e spettacolo. Lorenzo Crosta, Vice Presidente ANMVI ed esperto di uccelli ha dato il suo parere tecnico- scientifico sull'iniziativa. E' lecito che un rapace voli nei cieli di uno stadio prima della partita?

Olimpia, Scheggia, Vittoria, Libera. I tifosi possono votare sul sito ufficiale della Lazio il nome dell'Aquila che domenica scorsa ha volato sopra lo stadio Olimpico. E' lecito che un rapace voli nei cieli di uno stadio prima della partita?

Il Vice Presidente dell'ANMVI con delega al settore degli animali esotici, Lorenzo Crosta, ha dato il suo parere sull'iniziativa: "Non farei volare un rapace in una simile situazione, ma non ci vedo in astratto un maltrattamento".

Crosta non è un giurista, non è un tifoso di calcio, non è un cacciatore e neppure falconiere. Ma è uno dei maggiori esperti internazionali in fatto di clinica aviare: "Devo sollevare un forte dubbio- dichiara - circa l'opportunità di fare volare un tale animale sopra uno stadio di calcio, con diverse migliaia spettatori, d'altra parte, non penso che sia male lo show del rapace in sé, anzi, la diffusione della falconeria al grande pubblico rappresenta un buono strumento per fare conoscere questi animali".

"C'è da augurarsi- ha aggiunto- che il pubblico sappia rispettare questo momento, evitando comportamenti eccessivi che possono mettere a rischio la salute, anche se un animale ben addestrato a lavorare in un determinato ambiente non soffre di particolari stress nell' esercitare un'attività alla quale è abituato".
La specie utilizzata in queste occasioni è un'Aquila calva, detta anche Aquila di mare testa bianca (Haliaeetus leucocephalus). Il soggetto è un giovane adulto, e lo si può determinare dal fatto che ha già la testa bianca, ma ancora spruzzata di penne scure.

Cosa succederebbe in caso di fuga? "Tali animali - spiega Crosta- sono di origine nordamericana, quindi non rappresentano neppure un rischio biologico per le popolazioni autoctone di rapaci italiani (in buona sostanza, in caso di fuga non si accoppierebbero con un'Aquila nostrana). Inoltre, essendo queste aquile quasi esclusivamente piscivore, anche se alcune sottopopolazioni possono predare qualche piccolo mammifero ammalato o delle carogne, non credo che un singolo soggetto fuggito potrebbe competere seriamente con le nostre specie di rapaci".

La S.S. Lazio, intanto, "invita i propri tifosi ad aderire alla campagna per la protezione e tutela dei rapaci colpiti da bracconaggio".