DIPENDENTE E LIBERO PROFESSIONISTA? IL FISCO SI ACCERTA
Il professionista svolge sia attività autonoma che di lavoro dipendente? Se non riesce a provare una riduzione del reddito imponibile nella sfera libero professionale, per maggiore impegno temporale come lavoratore dipendente, è soggetto ad accertamento con i parametri presuntivi degli studi di settore.
Il professionista svolge sia attività autonoma che di lavoro dipendente? Se non riesce a provare una riduzione del reddito imponibile nella sfera libero professionale, per maggiore impegno temporale come lavoratore dipendente, è soggetto ad accertamento con i parametri presuntivi degli studi di settore.
In altre parole, per non ricadere negli studi di settore, il professionista con "doppio lavoro" deve dimostrare (orari e impegno temporale delle prestazioni) che la condizione di dipendente non gli consente lo stesso arco temporale per svolgere l'attività di lavoro autonomo che è a disposizione dei suoi colleghi autonomi. Se la dimostrazione non è possibile si applicano gli standard presuntivi degli studi di settore.
Lo ha stabilito la Corte di cassazione che, con la sentenza n. 19957 del 21 settembre 2010, che ha respinto il ricorso di un ingegnere che aveva impugnato un accertamento basato sugli studi di settore, dal momento che, aveva spiegato, la sua attività autonoma era limitata dal suo impiego come insegnante. Il professionista non aveva voluto aderire al contradditorio con l'amministrazione finanziaria e non aveva spiegato dettagliatamente quanto tempo dedicava a quello di docente e a quello di ingegnere libero professionista.
Per la Cassazione dunque è il professionista a dover dimostrare di guadagnare meno dall'attività libero professionale in forza di limitazioni temporali dovute all'occupazione come dipendente. E se non lo fa o non si rivela convincente, il Fisco è legittimato a procedere all'accertamento in base agli studi di settore.