«La Stu (società di trasformazione urbana) che avrebbe dovuto dare il via ai lavori, in 5 anni non è mai stata costituita; la progettazione è stata effettuata su un possibile sviluppo previsto 10 anni fa, quando la Facoltà era in espansione, mentre adesso, come tutte le università italiane, risente di tagli e riforme. Sono preoccupato per il destino dell'Università a Lodi: di certo, non possiamo lasciare che passino altri 5 anni senza fare niente». Luigi Bonizzi, dopo aver coordinato per 5 anni il trasferimento di Veterinaria da Milano a Lodi, ora è direttore di Dipartimento all'Università degli Studi di Milano.
«Nella sede universitaria di Lodi - dichiara- avrebbero già dovuto esserci le aule e i laboratori, gli uffici per il trasferimento di tutta la Facoltà - spiega - invece sono stati realizzati solo gli edifici relativi alla parte clinica e zootecnica. Non c'è possibilità di svolgere le materie propedeutiche, le biotecnologie, la ricerca. Chi frequenta Veterinaria, che è a numero chiuso, è obbligato a seguire i corsi dividendo la settimana tra Milano e Lodi. Ma chi segue altri indirizzi, meno sanitari e più zootecnici, come quello di produzione animale, può scegliere altre università, a Parma o Bologna».
In questi 5 anni, rimarca Bonizzi, non è stato costruito più niente, il Terzo Accordo di programma non si è mai concretizzato e il rischio è che le trasformazioni in atto in ambiente universitario modifichino le prospettive: «Quando è nata l'idea di venire a Lodi c'erano 160 docenti e l'obiettivo era di arrivare a 200: a Milano gli spazi non erano più sufficienti. Oggi i docenti sono 145 e quelli che vanno in pensione non vengono sostituiti. Questo è un freno insieme al fatto che è cambiata la dirigenza, che la riforma toglie potere alle Facoltà a favore dei Dipartimenti. Gli stessi corsi di laurea in questi anni sono cambiati e non sappiamo come saranno tra 5 anni, ma la progettazione è stata fatta sui modelli esistenti 10 anni fa. C'è dunque pure il rischio di realizzare una struttura grandiosa, non adeguata alle reali esigenze. A mio avviso bisogna sedersi attorno ad un tavolo e ridiscutere tutto».
Mauro Di Giancamillo, direttore sanitario che oggi sostituisce Bonizzi a Lodi, ammette che le aspettative sono state parzialmente deluse («sicuramente il progetto ha avuto rallentamenti, dovuti anche alla crisi economica ed andare avanti e indietro tra Milano e Lodi non è affatto agevole») ma, aggiunge, ci sono anche note positive. «Per il centro zootecnico - dice -, siamo pieni di animali: dalle vacche ai pesci. Gli stranieri ci credono e abbiamo ottenuto dei contratti di ricerca dall'estero, anche se i frutti economici si vedranno solo fra un anno. Un mio collega, che si occupa di tumori di animali, ha richieste anche dal territorio. Siamo riusciti ad organizzare anche corsi, italiani e internazionali, su cani, gatti e cavalli: a luglio c'è stato persino chi è arrivato dalla Nuova Zelanda. Sicuramente il trasferimento non completato ci rende la vita difficile, le aspettative sono ridotte, ma ci sono buoni segnali di sviluppo dell'attività clinica». (fonte:ilgiorno.it)