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RIFLESSIONE BIOETICA, LA VETERINARIA IN TEMPO DI CRISI

RIFLESSIONE BIOETICA, LA VETERINARIA IN TEMPO DI CRISI
La veterinaria in tempo di crisi e la condizione degli animali in tempi di crisi economica. Questa la riflessione che sta impegnando il Comitato Bioetico per la Veterinaria. All'ultimo incontro è intervenuto il Vice Presidente ANMVI Marco Melosi. Individuati quattro punti per la riflessione bioetica. I veterinari possono contribuire con l'invio di casi studio. La veterinaria in tempo di crisi e la condizione degli animali in tempi di crisi economica. Questa la riflessione che sta impegnando il Comitato Bioetico per la Veterinaria. All'ultimo incontro, promosso nei giorni scorsi a Roma, ha partecipato il Vice Presidente ANMVI Marco Melosi. Il CVB, presieduto dal Collega Pasqualino Santori, affronta i temi bioetici attraverso una collaudata metodologia di lavoro articolata su numerose sessioni d'incontro, basate su confronti e approfondimenti interdisciplinari. Non fa eccezione il tema della crisi, per il quale il CBV rinnova la richiesta di informazioni su eventi particolarmente significativi, frutto della crisi economica, in modo da poterli prendere in considerazione come casi di studio: p.santori@tiscali.it


Il veterinario e la crisi
Nei prossimi anni molti cittadini occidentali saranno costretti a confrontarsi con una situazione sconosciuta alle ultime generazioni: una sensibile contrazione delle disponibilità economiche.
Sarà necessario scegliere tra consumi recentemente acquisiti e ormai diventati irrinunciabili come, viaggi, week ends, acquisti alla moda, fitness e forse, per alcuni, la adeguata attenzione per gli animali. La preoccupazione principale consiste nel fatto che si possa arrivare a pensare che un animale sia un lusso e che la considerazione morale che gli animali hanno raggiunto in seno alle società occidentali venga nei fatti ridotta o quantomeno non prosegua lo sviluppo auspicabile. Il veterinario nella sua quotidianità è l'interfaccia più esposto a questa situazione. Oltre a percepire meglio e prima di altri il disagio sociale collettivo, ne è in buona parte coinvolto nella sua persona con ricadute pratiche e psicologiche. Le richieste di prestazioni di volontariato da parte di pubbliche amministrazioni alle prese con emergenze sono forse l'elemento più chiaramente significativo di un problema incipiente, ma la disattenzione verso la profilassi delle malattie potrebbe avere effetti molto più gravi sulla stessa salute pubblica.

Il ruolo del Comitato  Bioetico per la Veterinaria
I compiti che il CBV si è dato in questa occasione consistono: nel portare all'attenzione della opinione pubblica un fenomeno che è ben più ampio e profondo di un semplice evento di costume, nel far percepire l'incremento di difficoltà economiche legato al possesso degli animali come elemento da gestire e non rifiutare, nel fornire spunti di riflessione al dibattito sull'ottimizzazione delle spese da parte di privati e pubblica amministrazione, insieme al supporto che una valutazione morale degli eventi della vita quotidiana può dare al veterinario.
Lo stato di difficoltà della professione veterinaria a fronte della diffusa crisi economica solleva almeno tre grandi ordini di problemi, interconnessi fra loro e ognuno meritevole di analisi teorica. Anzitutto, c'è la questione generale della valutazione etica degli interessi economici relativi alle diverse tipologie di relazione fra esseri umani e animali non umani. In secondo luogo, c'è il tema dello status della professione veterinaria e delle responsabilità ad esse connesse: il veterinario, infatti, si occupa di beni moralmente significativi, come la salute e il benessere animale (e anche la salute e il benessere umano connesso alle produzioni animali, ad esempio), ma non beneficia dell'aura di "sacralità" che ricade sul medico umano. Infine, ma non meno importante, c'è la questione dello status morale dell'animale non umano e del suo riconoscimento sociale. Molte delle ambiguità del rapporto cliente/professionista veterinario che emergono in una stagione di crisi, infatti, sono riconducibili al conflitto ancora irrisolto dato dalla convivenza di due status dell'animale, ovvero sia l'essere un bene di proprietà (liberamente disponibile) e essere senziente (dotato di un qualche status morale e meritevole di cura). Se il tempo di crisi esaspera questo conflitto irrisolto, esso rappresenta un'opportunità per spingere in avanti una riflessione (pubblica e interna alla professione) che tenti di elaborare tanto una soluzione teorica quanto strategie operative di riduzione del conflitto.

I quattro aspetti presi in considerazione sono:
• nozioni realistiche sulle esigenze animali e riduzione degli aspetti consumistici;
• responsabilità del consumatore nei suoi acquisti di prodotti alimentari e no di origine animale;
• applicazione della pratica del consenso informato per condividere i limiti dei costi dei diversi percorsi diagnostici e terapeutici;
• riflessioni sulla valenza morale della prestazione gratuita.