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IL COMUNE DEVE PULIRE LE AREE DEI CANI

IL COMUNE DEVE PULIRE LE AREE DEI CANI
Il Tribunale civile ha condannato il Comune di Milano a pulire tutto l'anno, sei giorni la settimana, l'area cani del parco di Piazzale Giovanni dalle Bande Nere. Dopo le proteste dei cittadini per l'indecoroso stato della zona, il giudice non ha accolto la difesa del Comune che scaricava la responsabilità sulla "inciviltà dei proprietari".

Il Tribunale civile ha condannato il Comune di Milano a pulire tutto l'anno, sei giorni la settimana, l'area cani del parco di Piazzale Giovanni dalle Bande Nere. L'istruttoria del giudice della decima sezione civile Andrea Borrelli ha accertato che il servizio di pulizie dell'area è affidato al consorzio Coges che, per curare il verde della città, riceve per tre anni dal Comune il «(quantomeno) congruo corrispettivo» di oltre 53,4 milioni di euro.


Nonostante il contratto preveda che le aree cani debbano essere pulite ogni giorno, escluse le domeniche e le festività più importanti, quella di Piazzale Bande Nere vedeva gli addetti appena due, tre volte al mese. Il Comune ha scaricato le responsabilità sul Coges il quale, a sua volta, ha puntato il dito contro «l'inciviltà dei proprietari dei cani» che non asportano le deiezioni degli loro animali lasciandole sul terreno.


Il giudice Borrelli ha rigettato entrambe le tesi: il Comune deve garantire comunque la pulizia e la disinfezione, anche se l'appaltatore non lo fa, perché è «proprietario e custode » del verde pubblico, aree cani comprese, al cui interno, come stabilisce il regolamento comunale, i proprietari non sono obbligati a raccogliere gli escrementi dei loro animali, cosa che invece è imposta fuori dai recinti. Il giudice, dato che è provato che le «intollerabili esalazioni maleodoranti provenienti dal terreno comunale » entrano nello studio dell'avvocato, ha condannato il Comune a garantire la pulizia e a pagare le spese della causa pari ad oltre 4.000 euro, gran parte dei quali, però, usciranno dalle casse del Coges che, sempre per contratto, si è assunto ogni responsabilità derivante dal servizio.


Ad avviare la causa era stato un avvocato il cui studio ha le finestre che danno sui giardini che comprendono anche una piccola area destinata ai cani. «Durante i mesi più caldi o in alcune giornate di pioggia » si sollevano «esalazioni intollerabili», denunciava a fine 2004 il legale, perché l'area è lasciata in «deplorevole stato di degrado» e i contenitori in cui vengono gettati gli escrementi dei cani non vengono svuotati di frequente. Una situazione insostenibile al punto che 61 abitanti della zona avevano firmato una petizione per chiedere lo spostamento dell'area per ragioni di igiene e di decoro, visto che lì vicino ci sono anche due bar e una rosticceria (fonte: Corriere.it).