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"I singoli gatti custoditi da un proprietario non possono essere oggetto di attività istituzionale da parte del servizio sanitario nazionale in quanto non rientranti tra i livelli essenziali di assistenza (Lea) che il ministero della salute emana con proprio decreto".
Il principio è stato ribadito nel corso di una conferenza di servizi sul randagismo canino e sulla gestione delle colonie feline che si è tenuta il 19 aprile scorso, presso la sede della direzione del servizio veterinario area sanità animale. In quella occasione, riferisce il Direttore del Servizio Veterinario della ASL Gennaro Capriuolo della ASL di BAT (Barletta-Andria-Trani) si è anche stabilito che l'associazione animalista attiva sul territorio dovrà presentare al locale servizio veterinario, un elenco delle colonie feline e la loro ubicazione, nonché i responsabili delle colonie stesse". Gli interventi fanno seguito alle sollecitazioni provenienti da cittadini e animalisti che via posta elettronica sollevavano il problema del randagismo e degli interventi di sterilizzazione, lamentando che il servizio veterinario della ASL "non effettua regolarmente tale pratica necessaria di controllo delle nascite".
Il Direttore Capriuolo, che aveva già documentato pubblicamente, il lavoro svolto dalla ASL territoriale, ha anche pubblicato on line una ulteriore precisazione. Sulle competenze della veterinaria pubblica e privata scrive: "Laddove la Regione, la Provincia o i Comuni non avessero intrapreso iniziative in cui siano previste campagne di sterilizzazione di massa sui gatti, facendo anche ricorso a finanziamenti ad hoc, è più che normale da parte dei cittadini , Associazioni comprese, rivolgersi a strutture veterinarie private per la cura degli animali adottati dalla strada, dimostrando non solo amore per gli stessi ma anche uno spiccato senso civico".