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ALMALAUREA: DISOCCUPATE LE “LAUREE FORTI”

ALMALAUREA: DISOCCUPATE LE “LAUREE FORTI”
Per chi sceglie una laurea specialistica a ciclo unico, come quella veterinaria, dovrà confrontarsi con un tasso di disoccupazione del 15%. Sei punti in più rispetto al 2008, secondo Almalaurea che ha presentato ieri il tradizionale rapporto sulla condizione occupazionale ad un anno dal conseguimento del titolo accademico. Guadagno medio in calo per i laureati di tutte le discipline. Il 2009 è stato un anno pessimo per l'occupazione dei laureati e i primi mesi del 2010 sembrano presentarsi ancora peggio. Questa in sintesi la situazione che emerge dai primi dati generali emersi dalla ricerca di Alma Laurea sulla situazione occupazionale dei laureati. L'indagine coinvolge oltre 210mila giovani, laureati nel 2008 e interpellati un anno dopo la tesi.

La tendenza si registra indipendentemente dal corso di studio: anche indirizzi tradizionalmente più solidi, come ingegneria, non offrono certezze di lavoro. Frena il flusso di entrata nel mercato del lavoro: tra i laureati di primo livello l'occupazione scende quasi del 7% (62% rispetto al 69% del 2009). Gli specialistici superano anche la contrazione di 7 punti (45,5% contro il 53% dell'anno scorso), quelli a ciclo unico scendono del 5% (dal 43% al 37%).

Gli occupati sono il più delle volte in condizioni di precariato. I laureati "specialistici" che hanno dichiarato di "lavorare", infatti, sono per il 52% con contratti di collaborazione occasionale o altre forme precarie, rispetto al 49% dello scorso anno, e solo il 26% può vantare un contratto stabile rispetto al 27,8% del 2008.

A un anno dalla laurea, si guadagnano 1.050 euro mensili: nello specifico, 1.057 per gli specialistici, 1.109 per il primo livello, 1.110 euro per gli specialistici a ciclo unico. Rispetto alla precedente indagine, spiega, gli stipendi calano per tutte le tipologie: 2% per i laureati primo livello, 3% per il ciclo unico, 5% per la specialistica. Con queste premesse, secondo il consorzio, è naturale attendere un quadro più critico se si considerano le retribuzioni reali, ovvero i cambiamenti del potere d'acquisto. I laureati triennali dell'anno in cerca di lavoro nel 2008 erano il 16,5%, nel 2009 questa percentuale è salita al 22%.

Approfondire una riflessione di ampio respiro su questo versante, evitando i catastrofismi - certo - ma anche la politica dello struzzo, vuol dire farsi carico di una vera e propria emergenza giovani evitando che alcune generazioni di ragazze e ragazzi preparati restino senza prospettive e mortificati fra un mercato del lavoro che non assume ed un mondo della ricerca privo di mezzi.

Il Rapporto sarà discusso da autorevoli studiosi e rappresentanti del mondo del lavoro all'Università della Calabria, a Cosenza, domani al convegno "Investimenti in capitale umano nel futuro di Italia e ed Europa"