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PROFESSIONISTI OBBLIGATI A SMETTERE DI LAVORARE

PROFESSIONISTI OBBLIGATI A SMETTERE DI LAVORARE
Secondo la Corte di Giustizia Europea non è discriminante fissare un limite di età all'esercizio di una professione. Le giustificazioni di questa normativa devono però essere di garanzia per la qualità del servizio e per fini occupazionali lasciando ai giovani maggiori opportunità di lavoro.

Ci sono professioni, in particolare quelle sanitarie, che forse non si possono continuare a fare oltre una certa età. Quale? Non è facile da determinare, ma secondo la Corte di Giustizia Europea è corretto e non discriminante prevedere un limite di età anche per i liberi professionisti.

In Germania, ad esempio, una legge nazionale prevede un termine di età oltre il quale non è più possibile esercitare alcune attività professionali, come quella del dentista. In particolare la legge tedesca prevede che i dentisti convenzionati non possano avere il rinnovo della convenzione oltre ai 68 anni , mentre possono continuare a svolgere attività puramente professionali oltre questo limite. Un dentista tedesco arrivato ai 68 anni ha ritenuto che la normativa fosse discriminante ed ha presentato un ricorso legale che è stato portato dal giudice alla Corte di Giustizia Europea.

La Corte Costituzionale Federale aveva infatti difeso la norma dichiarando che il limite di età sarebbe giustificato dalla necessità di tutelare il paziente, garantendo la qualità della prestazione che secondo il tribunale non lo è per l'età avanzata del professionista, ed inoltre, in ambito sociale, sarebbe anche giustificata dall'obiettivo di mantenere aperte le possibilità di occupazione dei giovani dentisti. La Corte di Giustizia Europea ha respinto il ricorso del dentista tedesco dichiarando che uno Stato membro può legittimamente considerare necessaria la fissazione di un limite di età per l'esercizio di una professione medica, come quella di dentista, al fine di tutelare la salute dei pazienti.

Questo solo obiettivo, però, sarebbe in contrasto con la direttiva sulle discriminazioni e dovrebbe quindi essere respinto se non fosse collegato a quello sociale di una ripartizione delle possibilità di occupazione tra le generazioni nell'ambito di una specifica professione sanitaria, tenendo conto della situazione del mercato del lavoro e dimostrando che questo intervento possa essere utile per raggiungere anche questo obiettivo.

Quindi uno Stato membro potrebbe porre limiti di età per le professioni mediche ma solo se oltre a rischi di qualità di prestazione è in grado di dimostrare che questo intervento è anche necessario per aspetti occupazionali dei giovani laureati.