DISPUTA VETERINARIO-ASL: DECIDE IL GIUDICE ORDINARIO
"Inammissibile" per difetto di giurisdizione. La disputa fra il veterinario e la Asl per il rinnovo della collaborazione libero-professionale non si risolve ricorrendo al Tar: non è il giudice amministrativo a poterla dirimere, bensì il giudice ordinario.
Le dispute tra il dipendente del SSN e la Asl di appartenenza attengono alla sfera del giudice ordinario; spettano invece al giudice amministrativo le controversie relative alla fase procedurale di instaurazione del rapporto medesimo. Sul tema della giurisdizione si è pronunciato il Tar di Catania, chiarendo i pilastri della dottrina.
L'occasione viene da un ricorso presentato da un veterinario che aveva impugnato gli atti con i quali la Asl di Siracusa gli aveva negato il rinnovo del rapporto di lavoro libero-professionale a causa dell'esistenza, a suo carico, di una pendenza risalente al 2004. Il professionista aveva chiesto l'annullamento della delibera del commissario straordinario con cui era stato escluso dai veterinari ammessi alla stipula del contratto di collaborazione. Il legale rappresentante della Asl aveva rigettato l'istanza di rinnovo dell'incarico nella parte in cui prevede che per l'ammissione all'incarico occorra "essere a conoscenza di non essere sottoposto a procedimenti penali".
Una volta costituitosi il rapporto di lavoro, le controversie con la Asl appartengono ala giurisdizione del giudice ordinario, che "non trova deroga per il fatto che la domanda del professionista denunci l'illegittimità di atti regolamentari o provvedimenti emessi dalla pubblica amministrazione, spettando al giudice ordinario la loro eventuale disapplicazione".
Nella fattispecie il rapporto era già instaurato, poiché l'oggetto del dibattimento era proprio il rinnovo del contratto. Inoltre, sono le stesse caratteristiche della convenzione instaurata fra i professionista e la Asl (che prevede l'ipotesi di rescissione anticipata del contratto) a confermare l'estraneità della materia del contendere al giudice amministrativo. (fonte: Il Sole 24 Ore Sanità)