La nota trasmessa ieri dal Direttore Generale, Gaetana Ferri, risponde alla richiesta avanzata dall'ANMVI a fine dicembre, in concomitanza con il lancio della campagna "Non è questa la strada per farli arrivare da te", che utilizza il canale della prevenzione veterinaria negli ambulatori, per testimoniare il contributo dei medici veterinari alla lotta al traffico dei cuccioli connesso alle importazioni illegali. L'ANMVI aveva all'epoca chiesto alla Direzione Generale di Sanità Animale e del Farmaco Veterinario una informativa ad hoc per i medici veterinari liberi professionisti impegnati nella sensibilizzazione e nella prevenzione del fenomeno.
Tenuto conto che ogni anno l'Italia introduce legalmente diverse partite di cuccioli destinati alla vendita (prevalentemente da Ungheria, Slovacchia, Repubblica Ceca e Polonia, mentre non si effettuano importazioni commerciali dai Paesi Terzi), la nota mette in luce le non conformità alle quali prestare la massima attenzione.
"Un cucciolo senza microchip, senza attestazione sanitaria, e se proveniente dall'estero privo di passaporto deve sempre destare sospetto".
All'iniziativa adottata alla Farnesina dal Ministro degli Esteri Frattini e dal Sottosegretario Martini per l'introduzione del reato di di traffico di animali da compagnia (nel corso delle avviate procedure per ratificare ed eseguire la Convenzione del Consiglio d'Europa per la protezione degli animali da compagnia), è seguito l'impegno a calendarizzare in ambito europeo la questione del traffico dei cuccioli.
Il Ministero della Salute ha già più volte segnalato le non conformità rilevate nelle transazioni commerciali alla Commissione Europea, "convinto che la soluzione la si può trovare soltanto con la collaborazione dei Paesi speditori".
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NOTA INFORMATIVA DELLA DIREZIONE GENERALE DI SANITA' ANIMALE.PDF |