"La dispersione dell'attività fra gli studi privati comporta difficoltà, se non impossibilità, nei controlli". Sull'intramoenia allargata il Ministero del Welfare rispetterà la scadenza del 31 gennaio 2009, ma con qualche eccezione. Ne ha parlato il Sottosegretario Martini in risposta ad una interrogazione parlamentare.
Quali sono le iniziative del Governo per risolvere la questione dell'attività intramuraria allargata, a circa 8 mesi dalla scadenza dell'ultima proroga? All'interrogazione posta dall' On Domenico Di Virgilio (PDL) ha risposto il Sottosegretario di Stato Francesca Martini il 18 giugno scorso in Commissione Affari Sociali: "E' intendimento di questo Ministero - ha detto la rappresentante del Ministero del Welfare- procedere all'effettiva implementazione della normativa in materia di attività libero-professionale intramuraria e al superamento della cosiddetta intramoenia allargata".
Richiamandosi ai risultati della Commissione d'inchiesta avviata in Senato sulla libera professione intramuraria, Francesca Martini ha aggiunto che "la dispersione dell'attività fra gli studi privati comporta difficoltà, se non impossibilità, nei controlli; pertanto occorre risolvere due problemi fondamentali: a) assicurare una reale parità di accesso ai servizi, eliminando le situazioni che possono accentuare negli utenti la percezione di discriminazione; b) rendere possibile il controllo dell'attività, sia sotto il profilo del rapporto dei volumi dell'attività istituzionale e di quella libero-professionale, sia sotto il profilo della correttezza amministrativa e fiscale". Inoltre, ha dichiarato il Sottosegretario, "è emerso con chiarezza che nelle regioni dove il servizio sanitario è efficiente ed efficace, almeno per quanto riguarda i tempi di attesa, risulta maggiore il ricorso all'ALPI che viene effettuato prevalentemente negli spazi interni alle Aziende".
E' intenzione del Ministero rispettare la scadenza del 31 gennaio 2009, tuttavia " sta valutando l'opportunità di una iniziativa normativa mirata alla riapertura dei termini per un ulteriore anno (quindi fino al 31 gennaio 2010), per i soli progetti edilizi non ancora ammessi a finanziamento alla data di entrata in vigore della norma (e quindi alla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto, qualora la suddetta norma venga inserita in un decreto-legge); di fatto, si tratta di progetti di una certa rilevanza che, pertanto, necessitano di almeno due o tre anni di lavori".
E' attualmente allo studio "anche la previsione di una proroga, concessa dal Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali per la gestione di casi particolari, quali progetti edilizi complessi o lavori collegati a progetti più ampi di ristrutturazione. La proroga potrebbe applicarsi sia ai progetti in corso sia a quelli che devono ancora essere ammessi a finanziamento".
Infine il Sottosegretario ha ricordato che la legge n. 120 del 2007 ha previsto la costituzione di un Osservatorio nazionale sullo stato di attuazione dei programmi di adeguamento degli ospedali e sul funzionamento dei meccanismi di controllo a livello regionale e aziendale. L'Osservatorio, in particolare, deve predisporre per il Ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali la relazione annuale da presentare al Parlamento sullo stato di attuazione della normativa in questione. Una riunione tra l'Osservatorio e l'Agenzia per i Servizi Sanitari Regionali era stata programmata per il 19 giugno con il Ministero.