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CONVERTIRE I METODI INTENSIVI DI ALLEVAMENTO

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La Commissione Agricoltura della Camera ha iniziato la discussione della risoluzione n. 7-00118 Mellano “ Contrasto ai metodi intensivi di allevamento degli animali”. Se approvata, la risoluzione impegnerebbe il Governo ”ad adoperarsi, di concerto con gli altri Stati membri dell'UE, al fine di stabilire una conversione degli attuali sistemi di allevamento di animali volta a garantire i loro diritti, benessere e condizioni minime per ogni specie anche allo scopo di scongiurare l'ipotesi dell'insorgere di patologie ed epidemie dovute alle condizioni di allevamento”.
Secondo il proponente, On Bruno Mellano (Rosa nel Pugno), si tratta di “un tentativo ragionevole di affrontare il tema degli allevamenti intensivi, non tanto per mero amore degli animali quanto per i rischi che tali sistemi comportano per la sicurezza sanitaria e per l'ambiente, costituendo un fattore importante di inquinamento, per le emissioni di gas, nonchè di consumo eccessivo del territorio e delle risorse naturali. Occorre in proposito seguire un'impostazione non dirigistica, ma idonea a promuovere tecniche di allevamento che mirino alla qualità piuttosto che alla quantità, in coerenza con le politiche perseguite dall'Italia nell'Unione europea, senza inseguire i modelli del commercio internazionale. Inoltre, una zootecnia che non sia ecocompatibile non è sopportabile dal territorio del nostro Paese e produce costi per le risorse del pianeta che vanno considerati”. Il sottosegretario Stefano BOCO, nel far presente che il tema investe la primaria competenza del Ministero della salute, ha osservato che “il Governo, impegnato da sempre a tutelare il benessere animale, prosegue nella propria azione intesa a sviluppare misure di sicurezza e di controllo più incisive”, in quanto “solo attraverso la salute degli animali è possibile garantire la sicurezza degli alimenti e la conseguente tutela dei consumatori”. Di diverso parere l’on Gianpaolo Dozzo(LNP), ex sottosegretario al Mipaf, secondo il quale la ricostruzione dei fatti offerta dalla risoluzione è sbagliata: “ semmai è vero l'esatto opposto- ha detto- , e cioè che le infezioni da aviaria e BSE sono sorte in primo luogo in allevamenti nei quali si procedeva a pratiche estensive, mentre gli allevamenti intensivi non hanno dato luogo a tali inconvenienti. Secondo Dozzo infine, “ per il nostro Paese l'allevamento estensivo richiederebbe territori destinati a pascolo in realtà non disponibili”.