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RICONOSCIUTO DANNO ESISTENZIALE A UN CANE

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Savona - Rex, un esemplare di razza epagneul breton, un mattino di agosto di cinque anni fa mentre faceva una passeggiata nella Vecchia Darsena veniva assalito da un mastino della razza Dogue De Bordeaux. Da allora, oltre ai problemi di salute, ha subito evidenti cambiamenti nel carattere e nel comportamento. Per il Giudice di pace, Giuseppe Robatto, ha subito un danno alla vita di relazione. Con una sentenza, che rappresenta davvero un clamoroso precedente, il padrone del mastino che ha assalito Rex, dovrà pagare alla controparte non solo le spese veterinarie che ci sono volute per rimettere in sesto il cane da caccia, ma anche i danni «esistenziali» subiti dall’animale oltre che dal suo proprietario, visto che la vita, sostiene il giudice, è cambiata per tutti e due. Danni quantificati in 2500 euro. Si legge nella motivazione della sentenza: «Risulta che il cane abbia ricevuto un danno non solo fisico, ma anche al proprio carattere. E questa situazione non è provata soltanto da referti veterinari, ma anche da dichiarazioni di testimoni e da reali situazioni di vita del cane e relazioni con altri cani, accostamenti non voluti a persone differenti dal padrone». «E’ difficile - prosegue il giudice - dare una personalità a un animale, ma non è impossibile considerare che lo stesso animale diventi, spesso, una parte del suo padrone e viva con lo stesso in una sorta di simbiosi tale da fare pensare che il cane assuma una parte dell’animo e della personalità o persona con diritti del proprio padrone compagno». «Naturalmente - prosegue il giudice - bisogna distinguere fra i cani, quelli che per educazione hanno capacità di essere associati all’uomo e quelli che per una maggiore prevalenza di selvaggio non possono essere considerati se non come animali di servizio. Mentre non è possibile dare al cane quasi selvaggio e tenuto quasi come arma o con un rapporto non di intimità null’altro che i propri diritti di salvaguardia dell’animale (non violenza, alimentazione, cure generiche), si deve considerare che al cane, quasi parte o convivente del padrone, possono essere riconosciuti dei diritti che qualora lesi con violenza, devono essere risarciti con maggiore intensità perchè parte del loro padrone e non parte soltanto per addomesticamento o ammaestramento, ma per comune intimità. Da questo deriva un diritto per il cane di essere riconosciuto parte del giudizio, giacchè se non fosse considerato non potrebbe essere unito in parità con il suo partner padrone».
Il giudice di Pace, Giuseppe Robatto, spiega perchè ha riconosciuto in questo caso il danno esistenziale: «Io ritengo che il cane sia una parte, un’ appendice dell’uomo, del padrone. Vive con lui in una simbiosi ideale. Il padrone spende all’animale una parte delle suoi sentimenti, della propria vita e ne richiede un contraccambio. Se il cane è, come in caso, sotto choc, questo contraccambio non può avvenire. L’animale in questo caso è diventato inferiore al suo status normale di cane, amico fedele dell’uomo. Il suo carattere è cambiato. Una volta era gioioso ora non lo è più. Ha diritto per questa inferiorità ad avere un risarcimento. Quei soldi potrebbero ad esempio servire per sottoporlo a una cura psicologica, che lo faccia guarire, tornare come prima». (fonte:La Stampa del 26/4/07 – Ed. di Savona)