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I PROFESSIONISTI POSSONO PAGARE IN CONTANTI?

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Dopo le nuove norme fiscali dettate dal decreto Bersani-Visco sulla tracciabilità dei movimenti di denaro dei professionisti è ancora possibile per i professionisti pagare in contanti? La domanda ricorre frequentemente anche fra i medici veterinari all’atto di regolare l’acquisto di prodotti o servizi professionali. Al riguardo interviene il consulente fiscale dell’ANMVI dott. Giovanni Stassi, che risponde positivamente al quesito con le dovute spiegazioni: “il nuovo terzo comma dell'articolo 19, DPR 29.09.1973, n. 600 [comma aggiunto dall'art. 35 del D.L. 04.07.06, n. 223], dispone che:- tutti coloro che esercitano arti o professioni sono obbligati a tenere uno o più conti correnti (bancari o postali), sui quali devono affluire tutti i compensi riscossi nell'esercizio dell'attività; dagli stessi conti devono essere effettuati i prelevamenti per il pagamento delle spese.La norma quindi non obbliga ad effettuare pagamenti con assegni o con bonifici ma prescrive che le somme che vengono utilizzate per effettuare i pagamenti delle spese, devono essere prelevate dai conti correnti.Ad esempio, se un professionista incassa un compenso di Euro 800 non può utilizzare la somma incassata per il pagamento di spese.In ottemperanza alla norma citata il professionista in fatti deve:- versare la somma su un conto corrente;- prelevare dal conto corrente;- pagare in contanti utilizzando la somma di denaro prelevata.Naturalmente il versamento, il prelevamento ed il pagamento non devono necessariamente avvenire in unico contesto: un giorno verso il compenso ed in un altro giorno prelevo quanto necessario e, ad esempio, due giorni dopo effettuo il pagamento in contanti delle spese.I punti essenziali della norma sono due: 1) I compensi incassati devono affluire su un conto corrente; 2) I pagamenti in contanti delle spese devono essere effettuati con somme di denaro prelevate dal conto corrente.