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SCOTTI: PADRONI-MAMMA NON FANNO PREVENZIONE

Cardiopatie, ipertensione, problemi renali e neurologici. Senza contare sovrappeso e obesità. Che, complici la vita sedentaria e i troppi bocconi 'caduti' dalle tavole dei padroni, si avvicinano a numeri da epidemia. Sempre più vecchi e grassi, gli animali domestici italiani si ammalano come l'uomo. "Grazie a una migliore qualità di vita, e alla maggiore assistenza con terapie sempre più efficaci, cani e gatti vivono molto più a lungo di un tempo. E arrivando alla terza età, sviluppano malattie del tutto simili a quelle che affliggono i loro padroni più anziani". A spiegarlo all'Adnkronos Salute è il presidente dell'Associazione nazionale medici veterinari italiani (Anmvi), Carlo Scotti, che ieri a Roma ha presentato la campagna di sensibilizzazione “La stagione della Prevenzione”, con visite di controllo gratis dal 1 marzo a fine aprile in 2.100 ambulatori veterinari della penisola. I numeri delle più recenti ricerche confermano l'allarme, ma i dati tuttavia "sono soltanto indicativi - tiene a sottolineare Scotti - perché purtroppo moltissimi animali italiani 'sfuggono' al veterinario". Secondo l'Eurispes, il 14% dei proprietari non fa mai visitare il suo 'amico a quattro zampe', mentre il 50% va dallo specialista una o due volte all'anno, il 28,6% 3-6 volte l'anno e il 7,2% più di 6. "La frequenza giusta è una volta all'anno, in concomitanza con gli appuntamenti standard della profilassi vaccinale, per gli esemplari giovani e sani - raccomanda invece il presidente Anmvi - e più spesso, secondo le indicazioni dell'esperto, per quelli anziani e malati". Le patologie croniche tipiche delle 'tempie grigie' umane sono "ormai emergenze tangibili anche nel mondo animale", ripete Scotti. Una nuova realtà che gli stessi veterinari si sono trovati a dover gestire con strategie di assistenza nuove: "Negli ultimi anni il nostro lavoro è molto cambiato - continua il numero uno dell'Anmvi - Se prima ci potevamo limitare a curare eventuali malattie, adesso ci siamo attrezzati per offrire agli animali domestici e ai loro proprietari una medicina preventiva". Il problema, dice Scotti, "è che quasi sempre i padroni non percepiscono i problemi dei loro amici 'speciali'. Vedono che mangiano con appetito, che vanno a spasso come sempre, e si convincono che stanno bene. Invece è come per gli uomini: se una persona ha il raffreddore continua a fare le solite cose, e gli altri se ne accorgono solo quando parla". Ma gli animali usano un'altra lingua, e così i loro bisogni di salute restano inascoltati. L'esperto punta poi il dito contro la crescente "tendenza all'umanizzazione degli animali" più casalinghi. Basta 'gatti-bambola' acconciati all'ultima moda felina, o cani fieri di cappottini 'griffati'. E soprattutto no ai 'padroni-mamme' pronti a riempire la ciotola al primo miagolio o guaito del loro pupillo. "Gli animali restano tali - precisa Scotti - E' giusto e doveroso fare di tutto per accudirli, ma la loro vita non può, né deve assomigliare alla nostra". Ecco quindi i consigli dello specialista: "Per i cani due pasti al giorno secondo la loro specifica dieta e non di più, niente 'assaggini' dal piatto del padrone e, sempre per i cani, almeno 3-4 passeggiate al giorno e una bella corsa quando si può. Anche se è di piccola taglia". Infine il monito più importante: "Visite regolari dal veterinario, e controlli un po' più frequenti se l'animale ha sorpassato la soglia critica del settimo-nono anno".