L’Agenzia delle Entrate ribadisce che i professionisti devono continuare a pagare l’IRAP. Anche se privi di autonoma organizzazione. Mentre la Cassazione è orientata a pronunciarsi diversamente. In merito, il Sottosegretario alle Finanze Mario Lettieri è intervenuto in Commissione Affari Sociali e rispondendo ad una interrogazione parlamentare che chiedeva correzioni al meccanismo di applicazione dell'Irap a carico dei professionisti. In particolare, gli interroganti, on Del Mese e on D’Elpidio ( UDEUR) chiedevano di stabilire i presupposti dimensionali dell'autonomia organizzativa, e differenziare le ipotesi in cui il medesimo sia costituito da un solo titolare, dai casi in cui lo stesso si configuri come studio associato.
Lettieri ha precisato che con «attività autonomamente organizzata» si escludono dall'applicazione del tributo in esame tutte quelle attività (quali, ad esempio, quelle di lavoro autonomo occasionale e quelle di collaborazione coordinata e continuativa), non esercitate mediante un'organizzazione autonoma da parte del soggetto interessato. E ha aggiunto che “ la predetta locuzione, non può essere invece, invocata per escludere la soggettività, ai fini Irap, di coloro che esercitano in via abituale arti e professioni, in quanto il lavoro autonomo è comunque connotato dall'esistenza di un'organizzazione sia pure di carattere minimale. . La questione dell'assoggettamento all'Irap dei professionisti senza autonoma organizzazione è all'esame della sezione tributaria della Corte di Cassazione, che dovrà pronunciarsi su circa ottanta ricorsi.
Il contenzioso in atto, ha concluso Lettieri “ potrebbe condurre alla definizione dei criteri utili a qualificare il concetto di autonoma organizzazione per l'individuazione della soglia di tassabilità dei professionisti”.