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SICUREZZA ALIMENTARE, ANISAKIS NEL SUSHI

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Sushi: dilagante moda culinaria, ma anche possibile minaccia per la salute. L'Anisakis 'viaggia' nel pesce crudo o poco cotto e, una volta ingerito, si va a depositare nella parte bassa dell'intestino, provocando manifestazioni allergiche nel migliore dei casi, ma anche forti dolori e sintomi molto simili a quelli della peritonite. Tanto da richiedere spesso un intervento chirurgico: sushi e sashimi 'contaminati' da questa larva richiedono nel paese del Sol Levante almeno 3 mila operazioni d'urgenza ogni anno, provocando anche alcune decine di morti. Nel nostro Paese il problema è meno diffuso. Il dipartimento generale della Sanità veterinaria e degli alimenti del ministero della Salute ha ricevuto nel 2004 circa 50 notifiche di riscontri di Anisakis in prodotti della pesca, importati soprattutto da Regno Unito e Paesi scandinavi. ). ''Importando in Italia la 'moda' della cucina giapponese - spiega Bartolomeo Griglio, Vice presidente AIVEMP e coordinatore Centro interdipartimentale di ricerca e documentazione sulla sicurezza alimentare (Ceirsa) di Torino – spiega all’AdnKronos Salute che “ i problemi li avremo anche noi. Al momento è difficile fare delle stime per la scarsa conoscenza del fenomeno, sottovalutato sia dal punto di vista del numero di casi, che dei sintomi: si possono confondere facilmente con forme influenzali o parainfluenzali gastrointestinali''. Sulle orme della normativa italiana, una delle poche che in Europa fissa l'obbligo del congelamento 'preventivo', da qualche settimana vige anche in Spagna un decreto reale simile, che mira a contenere il dilagante fenomeno delle anisakidiosi: secondo 'El Economista', il parassita potrebbe colpire oltre 100 mila persone 'sensibili', cioè più esposte al pericolo di reazioni allergiche gravi. Ma il problema non riguarda solo il sushi: ''ci sono zone, come quelle del Sud Italia ma anche della Liguria - sottolinea Griglio - in cui c'è ancora l'abitudine di mangiare alici o altri pesci crudi o marinati esponendosi a un rischio di anisakidiosi a volte maggiore rispetto a quello che si corre mangiando i piatti tipici giapponesi''. Anche l'affumicatura 'insufficiente', cioè a freddo, non stronca il parassita. ''In Nord Europa, specialmente in Olanda - dice l'esperto - si mangiano spessissimo le aringhe affumicate, ma questo tipo di insaporimento del pesce non è in grado di neutralizzare e distruggere il parassita Anisakis se non raggiunge alte temperature. In questi Paesi si tratta di un vero e proprio problema di sanità pubblica, tanto che i governi organizzano campagne di informazione sul consumo corretto di questi alimenti. In Italia - avverte Griglio - il pericolo è rappresentato soprattutto da quei ristoranti che offrono pesce crudo senza congelarlo prima, per non alterarne il sapore''. Dal 1992 in Italia è in vigore un'ordinanza ministeriale che vieta ai ristoranti di servire pesce crudo, marinato o affumicato a freddo, a meno che non sia stato precedentemente congelato a -20°C per almeno 24 ore. Una norma che protegge i consumatori dal rischio di parassiti, ma non da quello microbiologico. (Adnkronos Salute)