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ORDINI, AUTONOMIA PATRIMONIALE VIGILATA

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Sono numerosi i punti critici delle proposte di legge in Parlamento, almeno tanti quanti i punti deboli della Riforma-Mastella, accusata di minare il sistema ordinistico e di volerlo ridimensionare. Le finalità del Ddl di riforma approvato dal Governo, prevedono infatti “la possibilità di accorpamento degli ordini esistenti in relazione a professioni analoghe o con la possibilità di istituire apposite sezioni che tengano conto della specificità del percorso formativo degli iscritti”. Ma la riforma punta anche ad un controllo maggiore delle risorse economico-finanziarie gestite dagli ordini. Il testo stabilisce di “ dotare gli ordini professionali di autonomia patrimoniale, finanziaria e di autorganizzazione, prevedendo l’obbligatorietà del controllo contabile da parte di un idoneo organismo di revisione”. Si prevedono inoltre “regole di contabilità a garanzia dell’economicità della gestione, sempre sotto la vigilanza del Ministero competente”. Infine si specifica di “prevedere l'obbligo di versamento, da parte degli iscritti, dei contributi motivatamente determinati dagli organi, centrali e periferici, nella misura strettamente necessaria all'espletamento dell’ attività ad essi rispettivamente demandate prevedendo idonee forme di vigilanza da parte dei Ministeri competenti”. Il disegno di legge delega del Governo sulla riforma degli ordini e delle professioni intellettuali non è ancora stato presentato al Parlamento. Nel frattempo la Commissione Giustizia della Camera ha riunito l’ufficio di presidenza per fissare il calendario delle audizioni: saranno sentite le rappresentanze ordinistiche (CUP), Confprofessioni e le sigle delle professioni che chiedono un riconoscimento giuridico sia pure senza la creazione di un Ordine (COLAP e ASSOPROFESSIONI). La Commissione intende ascoltare anche le associazioni dei consumatori e le casse di previdenza. Si prevede che la Commissione Giustizia non avrà vita facile: il 65% dei deputati che la compone è di estrazione libero professionale, soprattutto avvocati, categoria recentemente “premiata” dalla Corte di Giustizia Europea che ha dichiarato legittimi e inderogabili i minimi tariffari.