Polemica su fronti opposti tra
Franco Zaffini, capogruppo An in Consiglio regionale, ed il consigliere regionale Ds
Gianluca Rossi sulla Onaosi. ''Il destino dell'Onaosi, a cui il governo nazionale sembra aver dichiarato guerra, non interessa al governo umbro e francamente questo non fa molto onore alle istituzioni'' sostiene Zaffini. ''L'interrogazione a mia firma - spiega Zaffini - presentata il 20 ottobre scorso in Consiglio regionale alla presidente Lorenzetti, nella speranza di una discussione tempestiva su un problema che dovrebbe interessare in maniera particolare tutta l'Umbria e l'intera citta' di Perugia, e' stata del tutto ignorata e adesso giace nell'elenco degli atti da svolgere, ad aspettare probabilmente che l'Onaosi chiuda i battenti. Stesso destino tocchera' forse alla mozione presentata il 10 novembre con cui impegno la Giunta regionale a sollecitare parlamentari e senatori umbri ad evitare i considerevoli danni dei tagli proposti, mozione che domani tenteremo di portare all'attenzione dell'Aula''. ''Quello che piu' preoccupa - continua il capogruppo - e' la miopia della maggioranza, la superficialita' delle organizzazioni sindacali di sinistra, sempre in prima fila per opporsi a tagli di altro genere, che in questa occasione fanno finta di niente. Nonostante i numerosi appelli e le richieste di aiuto, infatti, sia l'esecutivo regionale sia la triplice sembra abbiano deciso di ignorare che dietro ai tagli all'Onaosi ci sono orfani ai quali verra' negato l'aiuto di sempre e persone che perderanno il lavoro''. ''Mi rincresce - insiste - che la faccenda Onaosi venga affrontata piu' da un punto di vista politico, e quindi ignorata, piuttosto che da un punto di vista umano. L'Opera, che si e' strutturata e organizzata in questi ultimi anni per una determinata dotazione finanziaria, con i tagli che il Governo ha intenzione di applicare subira' una diminuzione del contributo annuale dei sanitari pari ai due terzi di quello attuale; sara' quindi costretta a cancellare progetti gia' approvati e avviati, a chiudere i centri minori, quali quelli di Messina, Padova e Pavia, a ridurre i servizi, ad abbassare il contributo mensile agli orfani, a incentivare i prepensionamenti e a ricorrere a licenziamenti di settore per mandare a casa circa un centinaio di dipendenti, davanti a tutti i precari con contratti a termine, giovani spesso con una famiglia appena avviata''.
''Stupisce - replica
Gianluca Rossi - la strumentale ricostruzione dei fatti sull'Onaosi da parte di alcuni e, soprattutto, il voler coinvolgere a tutti i costi i vertici delle istituzioni umbre, come il sindaco di Perugia Renato Locchi e la presidente della Regione Maria Rita Lorenzetti, additandoli addirittura di ''complicita''' nella vicenda''. 'E' bene ricordare che la vicenda - spiega l'esponente della maggioranza - e' nata per iniziativa non del governo ma di un parlamentare a cui si sono immediatamente associati, sbagliando, altri sia dell'Unione sia della Cdl. Al tempo stesso, contrariamente a quanto sostengono alcuni rappresentanti della Cdl, le istituzioni umbre, non tutte purtroppo, si sono mobilitate in una azione di sensibilizzazione politica ed istituzionale (l'unica nella loro facolta') al fine di portare un contributo ad una vicenda spiacevole e dannosa non solo per l'Onaosi stessa ma per l'intera comunita' nazionale e regionale''. ''Io stesso, molto modestamente, in qualita' di presidente della Commissione affari sociali del Consiglio regionale - fa sapere Rossi - in data 20 ottobre ho scritto una lettera a tutti i parlamentari umbri per sensibilizzarli, spero non invano, al tema e ho parlato personalmente con il relatore in Commissione Affari sociali, alla Camera dei Deputati, della legge finanziaria. Il tema centrale, infatti, rimane l'aver voluto aprire uno iato nella contribuzione obbligatoria che consente fondi certi alla fondazione''. ''Per queste ragioni - conclude il consigliere regionale dei Ds - mi sembra utile ritornare pubblicamente sul tema Onaosi, invitando tutti ad abbandonare la tentazione di utilizzare anche questa vicenda a fini di polemica politica e, al contrario, ad agire nell'esclusivo interesse dei cittadini interessati, soprattutto i tanti orfani di medici, farmacisti e veterinari, concentrandosi su di una sinergica azione di sollecitazione verso tutti i gruppi parlamentari al fine che in aula si producano i minori effetti negativi possibili e si chiuda una vicenda che nulla a che vedere con la legge finanziaria dello Stato''. (ANSA).