I carabinieri hanno bloccato la scorsa settimana a Ruggiano, in provincia di Lecce, il progetto “Argorete” per la sterilizzazione, microchippatura e registrazione in anagrafe di cani randagi. Il progetto, nato per la lotta al randagismo, era portato avanti da un gruppo di associazioni animaliste in collaborazione con l’Unione dei Comuni “Terra di Leuca”, la ASL Lecce 2 e i “Veterinari senza frontiere”. Proprio due volontari di quest’ultima organizzazione, un bulgaro e una rumena, sono stati posti in stato di fermo dai carabinieri per la verifica del permesso di soggiorno. La notizia, pubblicata dalla Gazzetta del Mezzogiorno e segnalata al nostro quotidiano da ANMVI PUGLIA- parla di una decina di randagi già sottoposti ad anestesia e in attesa dell’intervento chirurgico. La struttura, che dava il servizio gratuitamente, è stata posta sotto sequestro. “ Per risolvere il problema randagismo bastano i nostri professionisti- ha dichiarato alla stampa il Presidente dell’Ordine dei Veterinari di Lecce Sergio Apollonio- laddove il numero di cani vaganti è tale da non consentire ai veterinari dipendenti delle ASL di far fronte al problema si è fatto ricorso a volte alla convenzione con i veterinari liberi professionisti, capillarmente presenti sul nostro territorio con circa duecento unità che con altrettanta professionalità hanno provveduto ad operare i cani. Improvvisamente veniamo a scoprire di ritrovarci, a nostra insaputa, considerati “terzo mondo”. Critico nei confronti di “Veterianri senza frontiere”, il Presidente Apollonio ha chiesto che si verifichi non solo il permesso di soggiorno, ma anche il possesso della laurea in medicina veterinaria dei due volontari in stato di fermo ed ha aggiunto: “ si assiste ad un pullulare di iniziative più o meno chiare da parte di un numero di associazioni e personaggi provenienti da ogni dove, che cresce di giorno in giorno, pretendendo di auto investirsi del titolo di “unico-che-ama-gli-animali-gli-altri-lo-fanno-per-soldi”. Non so come finirà la vicenda conclude Apollonio- sono certo che i carabinieri e la magistratura faranno piena luce, ma a nome della categoria che rappresento pongo alcune domande alle istituzioni che ahnno acconsentito e acconsentiranno che situazioni di questo tipo possano verificarsi. Davvero pensate che siamo diventati Terzo Mondo? Davvero pensate che le professionalità presenti sul territorio non possano, con un minimo di buona volontà, essere coinvolte per la risoluzione del randagismo o di qualunque problema inerente il mondo animale? Io sono assolutamente certo che ciò possa e debba avvenire”.