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ANMVI: DECRETO BERSANI SVOLTA SENZA RITORNO

L’incontro interministeriale richiesto dall’ANMVI ai Ministeri della Salute e dello Sviluppo si è tenuto martedì scorso nella sede di Lungo Tevere Ripa. Oggetto dell’incontro la valutazione dell’impatto delle regole professionali introdotte dal Ministro Bersani sulla professione medico-veterinaria. All'incontro ha partecipato il Direttore Generale dell’Associazione, Antonio Manfredi insieme ad una rappresentanza della FNOVI. Erano presenti il responsabile per le professioni del Ministero dello Sviluppo, Antonio Lirosi, e Claudio De Giuli, Vicecapo di Gabinetto del Ministro Livia Turco e Giovanni Leonardi , responsabile professioni sanitarie per la Salute. La riunione si è concentrata su due dei tre aspetti critici della Legge Bersani-Visco: tariffario minimo e pubblicità. Il terzo punto critico, quello riferito agli obblighi contabili e fiscali è stato affrontato dall’ANMVI con il Dicastero competente, in occasione di un precedente incontro con il Sottosegretario alle Finanze, On Pier Paolo Cento. La categoria veterinaria difende il tariffario minimo con valore di legge, come garanzia della qualità delle prestazioni, e teme forme di pubblicità selvaggia a seguito della possibilità di pubblicizzare i prezzi dei servizi professionali. Ma questa posizione non è condivisa dal Ministero di Bersani e non è sostenuta nemmeno dal Ministero della Salute. La posizione del Dicastero dello Sviluppo è stata molto ferma nel difendere le nuove regole dei servizi professionali, ricordando le posizioni dell'Europa e dell'Antitrust, e ribadendo l’esigenza di svecchiamento del mercato professionale e di una maggiore liberalizzazione. In ogni caso il Dirigente dello Sviluppo, Lirosi, ha aggiunto che ogni modifica dovrà passare attraverso la delega parlamentare al Governo per il complessivo progetto di riforma delle professioni. Dopo questo passaggio, la riforma potrà prevedere decreti specifici per le diverse professioni e a questo punto si potrà ritornare sul punto delle tariffe minime. L'iter non è certamente dei più semplici, soprattutto, tenendo conto che la riforma delle professioni dovrà essere fatta dal Ministero della Giustizia di concerto con il Ministero dello Sviluppo Economico e il Ministro Bersani ha già espresso la sua contrarietà ad una riabilitazione dei minimi. L’unica apertura potrebbe esserci sui minimi di alcune prestazioni " riservate" -da individuarsi professione per professione- che coprano ambiti di interesse generale dei cittadini. Non c’è stata la difesa “d’ufficio” che ANMVI e FNOVI si aspettavano da parte del Ministero della Salute, per lo meno non del tenore che si sarebbe voluto. Anche i rappresentanti del Ministro Livia Turco hanno infatti sostenuto la necessità del Decreto Bersani, osservando che la specificità sanitaria non giustifica una deroga. Mentre Leonardi ha difeso la correttezza dei valori del tariffario veterinario nazionale, congelato al Consiglio Superiore di Sanità, De Giuli, è stato più fermo nel sostenere l'impossibilità di prendere in considerazione richieste corporative e anacronistiche. Oggi la qualità, secondo il Ministero della Salute passa attraverso la certificazione e quindi, per la veterinaria, le BPV ( Buone Pratiche Veterinarie). Secondo i Dirigenti della Salute non è d'altra parte vero che gli Ordini, senza il tariffario con valore di legge ma con un tariffario deontologico non possano intervenire. Per quanto riguarda la pubblicità tutti i rappresentanti dei Ministeri hanno sostenuto l'esigenza che il cliente possa essere messo a conoscenza dei prezzi applicati, sia per una logica concorrenza sia per essere preventivamente informato dei costi che dovrà sostenere. Sono queste le basi dalle quali partire per la riforma del Codice Deontologico Veterinario e per la riforma delle professioni. Domenica prossima, al Congresso Nazionale dell’ANMVI se ne parlerà anche con l’On Pierluigi Mantini, responsabile per l'Unione delle professioni.