"Inasprire le misure di contrasto all'esercizio abusivo di una professione sanitaria è doveroso e necessario, in una fase in cui tutte le professioni mediche devono confrontarsi con una vera e propria emergenza-abusivismo. Bene ha fatto il Ministro della Salute a cominciare a porvi rimedio con la Finanziaria 2007". Il Presidente dell'ANMVI (Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani) Carlo Scotti commenta in un comunicato stampa le misure previste dalla Finanziaria 2007. L’articolo 92 stabilisce, infatti, che "in caso di condanna per violazione dell’articolo 348 del codice penale, il giudice ordina la confisca delle attrezzature appartenenti all’esercente la professione sanitaria o a colui che ha abusivamente esercitato la professione sanitaria, ovvero appartenenti a società alle quali l’uno o l’altro partecipano, le quali siano state utilizzate per l’esercizio abusivo della professione sanitaria”."Il fenomeno dell'abuso di professione in medicina veterinaria è purtroppo consistente- prosegue Scotti- e si traduce in episodi di illegalità diffusa, maltrattamento animale e pregiudizio della sicurezza degli alimenti di origine animale". Se da un lato il paziente animale e il cittadino che consuma alimenti di origine animale possono sentirsi più rassicurati dalle precauzioni adottate dal Ministro Livia Turco, dall'altro i medici veterinari- anch'essi vittime del fenomeno dell'abuso di professione -chiedono che il Ministero della Salute adotti quanto prima un provvedimento normativo che stabilisca le competenze riservate ed esclusive della professione medico-veterinaria. " L'ordinamento attuale- aggiunge Scotti- non consente alla professione medico-veterinaria di stabilire il confine fra l'esercizio abilitato dallo Stato e quello abusivo. Lo scenario del rapporto uomo-animale è mutato rapidamente e oggi il medico veterinario non è più quello di vent'anni fa. Oggi il medico veterinario è un professionista della salute animale e della sicurezza degli alimenti, che si muove in un contesto sociale radicalmente mutato, sia sotto il profilo della sensibilità animale che sotto quello economico-produttivo. Serve una ricognizione delle sue competenze di fatto e una legge che, formalizzandole, contribuisca a tutelarle". Al riguardo, il Presidente della FNOVI, Gaetano Penocchio, ha scritto al Ministro della Salute affinchè “ intervenga con un proprio decreto a definire le competenze del medico veterinario, e ciò anche al fine di disciplinare il selvaggio ed incontrollato proliferare di nuove figure che invadono, senza averne titolo, la sfera veterinaria”.