Il Ministero della Salute ha pubblicato il rendiconto delle attività dei PIF (Posti di Ispezione Frontaliera) al 31 dicembre 2005. I P.I.F. sono Uffici veterinari periferici del Ministero della Salute riconosciuti ed abilitati, secondo procedure comunitarie, ad effettuare i controlli veterinari su animali vivi, prodotti di origine animale e mangimi destinati agli animali provenienti da Paesi terzi e destinati al mercato comunitario o in transito verso altri Paesi terzi.
Al 31 dicembre 2005 risultano essere abilitati ai controlli 36 P.I.F di cui 23 sono sede di Ufficio veterinario principale e 13 sono sedi dipendenti. Complessivamente l’attività viene svolta, in relazione alle esigenze geografiche e commerciali, presso 4 confini stradali o ferroviari, 15 aeroporti e 17 porti. Alcuni Uffici veterinari periferici risultano essere contemporaneamente posti di ispezione frontalieri portuale e aeroportuale oppure stradale e ferroviario. Il P.I.F. di Torino-Caselle, sebbene abilitato, al momento è sospeso.
ESITO DEI CONTROLLI/RESPINGIMENTI
A seguito dei controlli veterinari sulle merci provenienti da Paesi terzi, le merci possono essere: importate in libera pratica nell’Unione Europea (UE); introdotte nell’UE sotto controllo doganale; respinte al di fuori del territorio dell'Unione Europea, distrutte o trasformate ai sensi del Regolamento (CE) n.1774/2002.
L’analisi dei dati relativi ai respingimenti rappresenta uno strumento particolarmente importante di governo sull’attività di controllo delle merci in importazione. I respingimenti rappresentano infatti un elemento utile, anche se certamente non l’unico o il più importante, per valutare l’azione di controllo all’importazione.
Nel 2005 sono state respinte 480 partite di merci pari allo 0,7% circa delle partite presentate all’importatore.
La percentuale è leggermente superiore a quella riscontrata nel 2004 (0,6%).
Esaminando i grandi gruppi di merci introdotte da Paesi Terzi (animali vivi, prodotti di o.a. destinati al consumo umano e prodotti di o.a. non destinati al consumo umano) riscontriamo che la percentuale dei respingimenti ha delle consistenti variazioni.
Il dato relativo al respingimento medio degli animali vivi (3,1%) merita alcune considerazioni. Delle 129 partite di animali respinte nel 2005, 110 sono rappresentate da altri mammiferi, 9 da rettili, 3 da altri animali vivi e 2 da animali di interesse agricolo-zootecnico.
Per quanto riguarda i prodotti di origine animale destinati al consumo umano si può rilevare che la percentuale media dei respingimenti è risultata pari allo 0,6% (295 partite respinte); il dato percentuale supera la media per uova destinate al consumo umano (11,1%), carni di selvaggina (6,8%) e altri invertebrati acquatici destinati al consumo umano (5%). Nel caso di proteine animali trasformate destinate al consumo umano e di altre carni la percentuale non appare significativa in quanto in entrambi i casi il numero di partite introdotte è molto limitato.
Per i prodotti di o.a. non destinati al consumo umano si può rilevare che, mentre la percentuale media dei respingimenti è dello 0,5% (56 partite respinte), si riscontra un valore percentuale decisamente superiore su trofei di caccia (4,1%), altre materie prime e prodotti trasformati di origine animale non destinati al consumo umano (2%), grassi animali ed olii non destinati al consumo umano (1,8%), alimenti per animali da compagnia, articoli da masticare ed interiora aromatizzanti (1,2%) e sottoprodotti di origine animale non destinate al consumo umano (1,2%).(Fonte: Dipartimento per la sanità pubblica veterinaria, la nutrizione e la sicurezza degli alimenti - Redazione ministerosalute.it)