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MALTRATTAMENTO, CONDANNATO VETERINARIO

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Il dog-sitter e' responsabile della salute degli animali che prende in consegna, anche se si ammalano dal punto di vista psicologico, a causa della lontananza dal padrone partito per le vacanze. Lo sottolinea la Cassazione che - ai primi di agosto- ha confermato la condanna per maltrattamenti a un veterinario titolare di una pensione per cani che non aveva rivolto le necessarie attenzioni a un boxer sofferente di anoressia per ''sindrome di abbandono''. Tornato dalle ferie, il proprietario di 'Ettore' era andato su tutte le furie vedendo che l'adorato quattrozampe era dimagrito tanto da diventare pelle e ossa. Cosa della quale non era stato informato nonostante ogni sera chiamasse per avere notizie del boxer. Il gestore della pensione - fu denunciato ed e' stato condannato dal Tribunale di Como, lo scorso due febbraio. Contro la decisione dei giudici lombardi i legali del dog-sitter sono ricorsi in Cassazione, spiegando che il loro cliente non aveva colpa perche' ''quel tipo di animale, essendo molto legato al padrone, soffre in caso di abbandono e non si nutre''. Anche se la malattia di 'Ettore' fosse stata riconducibile a ''sindrome depressiva per senso di abbandono'' per la Suprema Corte l'imputato - essendo per di piu' veterinario - si era comunque assunto la responsabilita' della custodia del boxer accettandolo tra gli 'ospiti' della sua struttura. Secondo i supremi giudici, quindi, il dog-sitter avrebbe dovuto comunque accudire e curare il cane malinconico ed avvertire tempestivamente il proprietario della situazione. Il boxer venne riconsegnato quasi in fin di vita: per questo il ricorso del veterinario e' stato dichiarato ''inammissibile''. Per il veterinario. e' scattata anche la condanna al pagamento delle spese processuali e una multa alla Cassa delle ammende di mille euro. (ANSA).