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ANDI E ANMVI: FUORI DAL DECRETO BERSANI

Il Ministro Livia Turco tolga le professioni sanitarie dal Decreto - Bersani. ANDI e ANMVI annunciano iniziative di contrasto e si rivolgono al Ministro della Salute Livia Turco chiedendo che le professioni medico-sanitarie siano espressamente escluse dall’ambito di applicazione del Decreto sulle liberalizzazioni approvato il 30 giugno dal Consiglio dei Ministri. (Disposizioni urgenti per il rilancio economico e sociale, per il contenimento e la razionalizzazione della spesa pubblica, nonché interventi in materia di entrate e di contrasto all'evasione fiscale- in vigore dal 4 luglio 2006). Nel comunicato stampa diffuso oggi, il Presidente ANDI Roberto Callioni e il Presidente dell'ANMVI Carlo Scotti spiegano così le ragioni della posizione assunta: MANCANZA DI COMPETENZA ISTITUZIONALE Le professioni medico-sanitarie dei dentisti e dei medici veterinari respingono modifiche delle norme, dell’etica e della deontologia professionale da parte del Ministero dello Sviluppo Economico, un Dicastero che non ha alcuna competenza istituzionale sulle professioni sanitarie e sulle prestazioni rese ai pazienti. Il Decreto-Bersani denota palese incoerenza con il quadro giuridico-normativo in cui sono inserite le professioni medico-sanitarie. INCOERENZA CON IL QUADRO GIURIDICO DELLE PROFESSIONI MEDICO-SANITARIE Il Decreto-Bersani avrà effetti immediati sul Codice Deontologico Medico e Veterinario, prevedendo che le norme debbano essere adeguate entro il 1 gennaio 2007 e che “in caso di mancato adeguamento, a decorrere dalla medesima data sono in ogni caso nulle per violazione di norma imperativa di legge”. Il provvedimento è incoerente con il quadro normativo e regolamentare che disciplina le garanzie di qualità della prestazione sanitaria, la pubblicità in campo medico e gli assetti societari. Non è accettabile che il Codice Deontologico di Medici e Veterinari venga riscritto da “ norma imperativa di legge”. IN SANITA’ I TARIFFARI SONO INDICATORI DEI “MINIMI DI QUALITA’” L’idea che la tariffa abbia senso per il SSN e non per le prestazioni sanitarie private è priva di logica e di senso di responsabilità: i minimi in sanità corrispondono sempre e solo a parametri di qualità della prestazione. Il discount delle prestazioni sanitarie è un pericolo per i pazienti. Non è accettabile che una professione medico-sanitaria non abbia un tariffario minimo che garantisca al paziente una prestazione dignitosa. E’ inconciliabile con l’etica professionale medica il concetto di tariffa "negoziabile" così come il concetto di prestazione di risultato. ONORARIO DEL PAZIENTE L'introduzione di norme relative al pagamento degli onorari professionali sono penalizzanti per i cittadini-pazienti: l’obbligo di utilizzo di assegni, bonifici o carte di credito penalizza in particolar modo le fasce più deboli della popolazione. Si tratta di una limitazione del diritto del cittadino di pagare o ricevere onorari secondo la formascelta, togliendo valore legale al pagamento in contanti. SENZA CONSULTAZIONE MASSIMA MOBILITAZIONE Preso atto della mancata consultazione con le categorie professionali interessate del provvedimento, in assenza di un intervento del Ministro della Salute nella direzione qui indicata, ANDI e ANMVI preannunciano la massima mobilitazione, anche in ambito parlamentare, per le modifiche del testoin ambito di conversione in Legge.