Una scelta alternativa al graduale e traumatico passaggio da un sistema previdenziale retributivo- assai generoso perchè agganciato ai livelli di reddito raggiunti- a uno contributivo, basato essenzialmente sul volume dei versamenti. Un passaggio accompagnato, da un lato, da un aumento "personalizzabile" del contributo soggettivo, dall'altro dall'intenzione di destinare i due terzi del contributo di solidarietà ai montanti individuali.
Si candida a diventare un modello di riferimento per tutta la previdenza privatizzata dei professionisti la riforma dell'ENPAV che sabato 10 giugno l'assemblea dei delegati ha approvato all'unanimità. Una ricetta per coniugare dignità delle prestazioni e salute dei bilanci, creando un sistema misto retributivo-contributivo, capace di preparare il terreno alla futura e inevitabile conversione della Cassa al regime di calcolo contributivo che ancora trova refrattari molti enti. Nel panorama professionale tradizionale, infatti, a tutt'oggi - a parte gli enti privati di periti industriali, agronomi, psicologi, infermieri e altri profili tecnici, istituiti dal decreto legislativo 103/96 - solo le casse di previdenza dei dottori commercialisti e dei ragionieri ( dal 2005) hanno varato la drastica conversione al contributivo.
Il calcolo di questa quota della prestazione sarà su base contributiva. Inoltre anche il contributo di solidarietà sarà convogliato per il 2% sul montante individuale e per l'1% a scopo solidaristico.
Sui contributi versati, inoltre, l'ente garantisce un rendimento minimo dall'1,5% sino alla media quinquennale del Pil. Ma se i rendimenti dovessero essere più alti, gli importi saranno redistribuiti sui montanti individuali. ( Il Sole 24 Ore, 11 giugno 2006).