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UNICEB CHIEDE MENO CONTROLLI ANTI-BSE

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L’Uniceb ( Unione Nazionale Importatori, Esportatori, Industriali, Ingrassatori e macellatori di carne di bestiame) ha indicato alla Commissione Europea fra le sue priorità la semplificazione delle attuali misure di controllo e prevenzione della BSE che rappresentano un aggravio del 15% sui costi di produzione. Considerati i progressi raggiunti nell’eradicazione della malattia e l’elevato grado di sicurezza raggiunto, Uniceb ha indicato tre proposte che hanno lo scopo di ridurre i test da effettuare sui bovini sani alla macellazione: eseguire test random, aumentare l’età degli animali sani da sottoporre al controllo, passando come primo passo ai 42 mesi o testare gli animali a seconda della data di nascita. Per quanto riguarda il materiale specifico a rischio nelle carcasse bovine, si propone di innalzare fino ai 30 mesi l’età per la rimozione della colonna vertebrale ( che attualmente è di 24 mesi) e di limitare quella dei tratti intestinali al solo ileo distale. Da rivedere anche le norme sull’alimentazione, innanzitutto con la revoca del bando sulle farine di pesce nei mangimi, sulla quale la Commissione Europea ha espresso recentemente un orientamento favorevole. Uniceb propone anche il ritorno all’impiego delle farine di carne e ossa nell’alimentazione dei non ruminanti, pur continuando a evitare il “cannibalismo”. Una terza richiesta riguarda l’introduzione di una soglia di tolleranza per la contaminazione dei mangimi con frammenti ossei di piccoli mammiferi. Nel rapporto 2005 sulle macellazioni in Italia diffuso il 1 giugno da Uniceb per i bovini continua l’andamento negativo: rispetto al quantitativo dei bovini e bufalini abbattuti nel 2000 (4.433.051 capi), anno non contrassegnato dalla crisi BSE, continua la contrazione nel numero dei capi macellati, che nel 2005 ha raggiunto il livello più basso (4.105.290 capi) dal 1978 ad oggi.