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DNA IN ZOOTECNIA: UN TESTO UNIFICATO

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Il 25 maggio scorso è iniziato in Commissione Agricoltura del Senato l’esame del testo unificato “Norme per l’indicazione e la registrazione elettronica degli ovini, dei caprini e delle fattrici bovine", frutto della confluenza di due ddl, di cui uno a firma del Sen Augusto Rollandin. Per ora la Commissione intende procedere alle audizioni del Ministero della Salute e dell’AIA. Per l’ANMVI che ha chiesto al relatore, Sen Agoni, di essere sentita, il Collega Alberto Casartelli ha osservato che il ddl dovrà ricomprendere la figura del medico veterinario: “La certificazione della corrispondenza tra il materiale biologico e l’appartenenza all’animale- ha dichiarato- deve essere di competenza del medico veterinario”. L’importanza di questa corrispondenza la chiarisce lo stesso Sen Rollandin: “Con i metodi di analisi del DNA si può identificare con pressochè assoluta certezza e con relativa facilità ogni individuo a partire dal proprio patrimonio genetico. Si può risalire con certezza a ciascun animale anche dopo la macellazione, sino alla distruzione completa dei tessuti. Quindi anche dalla fettina acquistata dal consumatore, si può già verificare con prova scientifica quale è l’animale da cui il taglio di carne ha avuto origine. La certezza della identificazione di un animale si prova tracciandolo con il DNA, cioè con la raccolta di un campione di ciascun animale da cui si può estrarre il codice genetico. Per i casi di abigeato o di perdita del sistema ufficiale di identificazione, l’analisi del DNA consente di dirimere ogni dubbio. Altra importante applicazione è quella della contestazione dell’identità degli animali dopo la macellazione. A volte gli allevatori non hanno riconosciuto come provenienti dal proprio allevamento animali trovati non immuni da alcune malattie trasmissibili agli altri animali o pericolose per l’uomo qualora si consumassero parti di quell’animale. Questo ha dato vita a contestazioni, anche legali, che si sarebbero potute facilmente risolvere potendo confrontare il DNA dell’animale trovato affetto dalla malattia con quello dell’animale sospetto”.