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MNC, PUBBLICATO IL PARERE DEL CNB

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Il Comitato Nazionale di Bioetica ha pubblicato sul proprio sito web il documento Medicine Alternative e il Problema del Consenso Informato approvato all’unanimità nella seduta del 18 marzo 2005. Il Comitato insiste sull’importanza di far comprendere all’opinione pubblica la necessità di fondare il rapporto medico-paziente su una reciproca e leale informazione quale elemento imprescindibile per la realizzazione di una vera “alleanza terapeutica”. In questo testo si adotta “senza pretendere che sia in assoluto la più corretta” la dizione medicine alternative, così definita: “ Con l’espressione medicine alternative il CNB si riferisce in questo documento esclusivamente a pratiche la cui efficacia non è accertabile con i criteri adottati dalla medicina scientifica, quali la pranoterapia, la medicina ayur-vedica, la medicina antroposofica, l’omotossicologia, l’omeopatia, la medicina tradizionale cinese e quella tibetana, la cromoterapia, i fiori di Bach, il Rei-ki, l’iridologia, ecc. Il CNB ritiene invece opportuno denominare non alternative, bensì “empiriche” altre pratiche terapeutiche, come l’agopuntura reflessologica, la fitoterapia o la medicina manuale, che appaiono in casi determinati benefiche per i pazienti e che non sono sostanzialmente lontane da altre forme di terapia fisica (fangoterapia, crenoterapia, radarterapia, diatermia, massoterapia, ecc.). Nel documento si affida un ruolo informativo agli Ordini dei sanitari e alle Società medico-scientifiche: essi hanno “ il dovere di informare i cittadini non solo sulla pericolosità di ogni automedicazione e di ogni ricorso ad esercenti abusivi della medicina, ma anche sulla validità, sui limiti e sui rischi che porta inevitabilmente con sé qualsiasi pratica –“scientifica” o “alternativa”- che si prefigga finalità diagnostiche e terapeutiche. In particolare, il CNB richiama il ruolo essenziale della sanità pubblica (stabilito e regolato da direttive europee e nazionali) in ordine alla sperimentazione dei farmaci e alla farmacovigilanza. A parere del CNB è “bioeticamente e deontologicamente” doveroso che anche le medicine alternative non si sottraggano “ all’obbligo di una sperimentazione sistematica, attuata secondo protocolli rigorosi, metodologicamente corretti e vincolanti, in nome del diritto costituzionale alla salute”, mentre si rileva come “alcune medicine alternative non accettino di essere sottoposte ai protocolli di verifica sperimentali comunemente adottati dalla medicina scientifica e rivendichino spesso peculiarità che dovrebbero esentarle o che renderebbero non praticabili tali controlli a loro carico”.Il CNB è consapevole che l’imponente e crescente diffusione nel mondo occidentale del ricorso alle medicine alternative dipende anche dal fatto che molti pazienti trovano soggettivamente beneficio da tali indicazioni terapeutiche, tuttavia “ : all’opinione pubblica deve essere necessariamente e prioritariamente data l’informazione fondamentale che la medicina che si pratica in modo prevalente nel mondo è la moderna medicina scientifica.