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ALBERTI CASELLATI: SSN NON PIU’ ADEGUATO

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Rimodulare i servizi sulla base delle esigenze del territorio e riequilibrare gli scompensi provocati dalla legge D'Alema-Bini: sono questi gli obbiettivi che il Governo Berlusconi si e' posto in materia di sanita'. Lo ha detto a Cagliari il sottosegretario alla Salute Maria Elisabetta Alberti Casellati. Intervenendo al forum ''Sanita' e federalismo'', organizzato dall'associazione Sanità Insieme-Medici azzurri della quale e' presidente onorario il sottosegretario alla Difesa Salvatore Cicu. Alberti Casellati ha sostenuto che il servizio sanitario nazionale deve essere rivisto in chiave piu' moderna perche' l'impianto di base, adottato nel 1978, non e' piu' adeguato alle esigenze attuali. Il sottosegretario alla Salute, come hanno fatto anche il capogruppo di Forza Italia in Commissione Sanita', Piergiorgio Massidda e altri intervenuti, ha sottolineato come con l'attuale maggioranza gli investimenti per la Sanita' siano passati dal 5,1% stanziato dal governo di centrosinistra al 6,5% da quello di centrodestra. I dati, secondo il sottosegretario, dimostrano come la Casa delle Liberta' abbia dedicato sempre maggiore impegno per far diventare le Regioni protagoniste della Sanita'. ''La legge D'Alema-Bindi ha tradito il principio del federalismo - ha detto Alberti Casellati - perche' non e' equo distribuire uniformemente le risorse sul territorio. Le risorse, a nostro avviso, vanno distribuite in base alle necessita' di ogni singolo territorio. Si ha diseguaglianza tra le Regioni quando si offrono gli stessi servizi dove ci sono diverse esigenze''. Il sottosegretario alla Salute ha proseguito affermando che la ricaduta sul sistema sanitario della riforma federale e' l'assunzione da parte delle Regioni di una maggiore funzione di governo piuttosto che di amministrazione, riconoscendo titolarita' e funzioni ai diversi livelli interessati. ''Con la riforma Bindi i medici sono stati emarginati da ogni processo decisionale - ha detto Alberti Casellati - la Casa delle Liberta' vuole invece mettere al centro del sistema la figura del medico e punta ad un dialogo produttivo tra tutti i protagonisti. Col federalismo vi sara' la garanzia di un contratto nazionale e quella di contratti regionali che interverranno sulla base delle specifiche esigenze''. (ANSA).