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Sarà presentato oggi il testo di riforma delle professioni. Verrà proposto come maxi-emendamento al Ddl sulla competitività, all’ordine del giorno domani della Commissione Bilancio del Senato. Rispetto al testo iniziale proposto dal ministro Castelli e che era stato rifiutato da tutte le organizzazioni professionali quello che è stato ora predisposto accoglie alcune delle osservazioni e richieste avanzate dal CUP e dal COLAP, che sono stati incontrati segretamente dal Guardasigilli, ma soprattutto riprende alcuni articoli della proposta Vietti-bis ed alcune correzioni sollecitate dal sottosegretario al Miur, Siliquini, e dal responsabile di AN per le professioni, Lo Presti. Restano però alcuni punti che Conprofessioni aveva fortemente contestato nella bozza iniziale del ministro e che a giudizio delle organizzazioni professionali riunite nella Confederazione, fra cui l'ANMVI per il settore veterinario, sono veramente inaccettabili. Non è ancora chiaro se questo emendamento andrà ad abrogare gli articoli già inseriti da Castelli nel dl sulla competitività o diventerà una semplice integrazione di questi. Il maxi-emendamento prevede una delega al Governo che avrà 180 giorni per adottare un decreto legislativo per la riforma delle professioni intellettuali. La delega punta a garantire il libero esercizio delle professioni intellettuali, svolte in qualunque modo e forma, per tutelare gli interessi pubblici generali e garantire al cliente la qualità e la correttezza delle prestazioni. Gli altri punti importanti del testo proposto sono:
Associazioni-i professionisti che oggi svolgono attività non disciplinate da disposizioni governative o da ordinamenti di categoria hanno diritto al riconoscimento pubblico ma non può essere considerata professione un'attività regolamentata o tipica delle professioni di interesse generale. Il riconoscimento spetta al ministero della Giustizia di concerto con i ministeri che hanno competenze sul settore economico di riferimento della professione. E' obbligatorio anche il parere del CNEL, dei sindacati e degli Ordini.
Ordini A questi enti pubblici non economici spetta la rappresentanza istituzionale, ferme restando le funzioni di rappresentanza proprie delle organizzazioni professionali/sindacali, sono articolati in consigli nazionali, ordini territoriali ed assemblea. Il consiglio resta in carica cinque anni ed è eletto dall'assemblea. Sono previsti anche coordinamenti regionali degli ordini.
Tariffe Per tutti gli ordini sono definiti dei tariffari con livelli minimi e massimi inderogabili;
I codici deontologici saranno definiti dal consiglio nazionale ed il ministero di Giustizia potrà chiederne il riesame senza un potere di veto. L'
aggiornamento professionale sarà curato dagli ordini che potranno avvalersi del supporto di università, società scientifiche, amministrazioni pubbliche e casse di previdenza. I deliberati in materia saranno oggetto di esame da parte del Miur, l'
accesso agli ordini dovrebbe prevedere per il praticante, prima dell'esame di Stato, un equo e generalizzato tirocinio retribuito. Sono consentite le
società di servizi, anche nelle forme di capitali, purchè l'attività sia resa sotto la responsabilità dell'iscritto all'Albo.
I punti sui quali Confprofessioni aveva espresso maggiori critiche erano riferiti alla regionalizzazione degli ordini, fortemente voluta da Castelli, la delega agli ordini per l'aggiornamento, che a parere della Confederazione dovrebbe invece limitarsi alla sola funzione di controllo, e la possibiltà di soci di puro capitale nelle società di servizi, che si voleva limitare alla quota del 25/30% affinché non potessero avere troppo potere gestionale e decisionale che potrebbe condizionare fortemente anche l'attività professionale.