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L'ITALIA DIFENDE L'IRAP

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Si deciderà oggi al ministero degli Esteri la posizione da tenere nei confronti della dura condanna dell'IRAP espressa dall'Avvocato generale della Ue e della conseguente sentenza, quasi certamente negativa, che a giorni sarà espressa dalla Corte di Giustizia Europea. Ancora molti i dubbi che il Governo Italiano dovrà oggi superare per arrivare ad una decisione certamente non facile. Le conclusioni dell'Avvocato generale, depositate lo scorso 17 marzo, infatti pur chiedendo una condanna dell'IRAP, salvagurdavano gli aspetti finaziari che l'Italia avrebbe dovuto affrontare rinunciando a questa imposta escludendo possibilità di rimborsi retroattivi. Basterebbe quindi per il Governo sostituire l'attuale gettito dell'IRAP con altre imposte senza avere alcun problema economico e nello stesso tempo chiedere una nuova udienza per ottenere eventualmente qualche garanzia o vantaggio maggiore nella fase di transizione. La posizione dell'Italia, è però sempre stata di difesa dell'IRAP davanti ai giudici del Lussemburgo e se si vorrà mantenere questa linea si dovrebbe arrivare ad una contestazione delle conclusioni dell'Avvocato generale. La richiesta di una nuova udienza potrebbe quindi essere interpretata come una accettazione della posizione espressa dalla UE sulla incompatibilità dell'imposta con le normative comunitarie. Sembra quindi più probabile che il Governo decida di continure sulla sua posizione di difesa dell'imposta. Nel frattempo, per quanto riguarda il mondo professionale, la questione della soggettività ai fini IRAP dei professionisti e dei lavoratori autonomi è attualmente in attesa di decisione da parte della Corte di Cassazione che ha sospeso la sentenza in attesa del pronunciamento dei giudici del Lussemburgo. ( Il Sole-24 Ore, 5 aprile 2005)