• Utenti 11
  • Articoli pubblicati dal 4 novembre 2001: 31444

ERBORISTERIA SENZA TEST SU ANIMALI

Immagine
Dopo un anno di stallo, riparte in settimana l’iter d’esame del disegno di legge sulla nuova disciplina del settore erboristico. Il testo approvato nel marzo del 2004 dalla Camera dei Deputati definisce così i prodotti erboristici: “ i prodotti a base di piante officinali singole o in miscela o parte di pianta fresca o essiccata e loro derivati ed altre sostanze o prodotti naturali aventi finalità salutistiche, diversi dai medicinali, integratori alimentari, prodotti cosmetici, prodotti aromatici e coloranti, intesi a favorire lo stato di benessere dell'organismo umano o animale; conseguentemente i prodotti erboristici, alla dose utilizzata, non possono vantare attività terapeutica o nutrizionale”; Il testo che secondo il suo relatore, Roberto Ulivi (AN) potrebbe essere licenziato prima dell’estate, si dovrà misurare con le disposizioni comunitarie in base alle quali i requisiti di qualità da rispettare non includeranno le prove d’efficacia e sicurezza indispensabili per le medicine, cioè test preliminari sull’animale da esperimento e studi sui pazienti. Per dimostrare l’efficacia e la sicurezza della pianta medicinale, sarà sufficiente che le aziende esibiscano le prove di un suo impiego (senza che abbia provocato danni alla salute) da almeno trent’anni; di questi quindici all’interno della Comunità Europea. Per entrare nell’iter di registrazione, il preparato dovrà contenere solo ingredienti a base di erbe. L’eventuale aggiunta di vitamine o di minerali sarà ammessa se la loro azione è sinergica a quella del prodotto fitoterapico. L’indicazione d’uso, inoltre, dovrà essere tale da non richiedere la supervisione del medico (si tratta di prodotti da banco). Necessaria, infine, la definizione del dosaggio e della via di somministrazione. La direttiva europea sollecita anche la creazione di un comitato permanente per le piante medicinali presso l’Emea, l’Agenzia europea per la valutazione e l’autorizzazione dei farmaci, che ha sede a Londra. Il suo compito sarà quello di studiare ed approvare una lista di piante che possono essere commercializzate per la fitoterapia. La direttiva ha il pregio di armonizzare la legislazione a livello europeo (solo Francia e Germania avevano finora qualcosa di simile). Corre, però, il rischio di mettere in soffitta qualsiasi ricerca clinica su larga scala sulle piante medicinali, come sottolinea Peter De Smet, dell’Istituto scientifico dei farmacisti olandesi, in un editoriale appena uscito sul "New England Journal of Medicine". ( fonte: Corriere Salute)