Quali iniziative intende adottare il Governo per alleggerire i costi dell’ECM a carico dei sanitari? E a cosa va incontro il sanitario che non consegue i crediti? E’ questo il succo dell’interrogazione parlamentare a risposta immediata presentata ieri dall’On Francesca Martini (Lega) in Commissione Affari Sociali.
“Il programma nazionale E.C.M- afferma la parlamentare riguarda tutto il personale sanitario, medico e non medico, dipendente o libero professionista, operante nella sanità, sia privata sia pubblica. Accanto a tali nobili intenti si è però assistito ad un incremento esponenziale dei costi di tali eventi formativi, trasformando l' E.C.M. da opportunità culturale ad onere aggiuntivo difficilmente sostenibile”. Le ha risposto il Sottosegretario alla Salute Antonio Guidi dicendo che “relativamente all'ipotesi di provvedimenti tesi a conseguire sgravi fiscali, che consentano almeno in parte il recupero delle spese sostenute per l'aggiornamento obbligatorio, appare evidente che essa, nell'attuale contesto economico, debba essere valutata attentamente, coinvolgendo, in via prioritaria, il Ministero dell'Economia e delle Finanze”.
Per quel che concerne i vincoli connessi al raggiungimento dei crediti formativi da acquisire nel corso di un anno, Guidi ha detto che “ questa previsione non comporta attualmente alcuna penalizzazione, in quanto l'articolo 16-quater del decreto legislativo citato rinvia ai Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro l'individuazione degli elementi specifici di penalizzazione per il personale che nel triennio non abbia conseguito il minimo dei crediti formativi”. L’on Martini concludeva l’interrogazione chiedendo anche se nell’individuazione dei crediti ECM da conseguire “ sia rilevante la mansione effettivamente svolta (inquadramento) o il titolo accademico di riferimento". Questa la risposta del Sottosegretario Guidi: “ l'orientamento, finora seguito dall'Amministrazione nell'individuazione dei destinatari dei crediti ECM, ha ritenuto determinante lo svolgimento dell'attività professionale piuttosto che il titolo accademico conseguito”.