Per alcuni soggetti la contribuzione previdenziale deve essere una libera scelta. E’ quanto prevede la proposta di legge Modifiche alla disciplina della contribuzione obbligatoria per i medici, i farmacisti e i veterinari con rapporto di lavoro dipendente, che non esercitano la professione, e per quelli senza rapporto di lavoro in atto assegnata il 10 febbraio, in sede referente, alla Commissione Lavoro della Camera dei Deputati. Prima firmataria della proposta è l’On Chiara Moroni (Gruppo Misto), secondo la quale “è quanto mai necessario focalizzare l’attenzione sulla necessità di realizzare un sistema contributivo equo e sostenibile”.
La proposta, in un unico articolo, prevede che all'entrata in vigore della legge "la contribuzione obbligatoria -in favore dell’Ente nazionale di previdenza e assistenza medici (ENPAM), dell’Ente nazionale di previdenza e assistenza farmacisti (ENPAF) e dell’Ente nazionale di previdenza e assistenza veterinari (ENPAV), prevista dal comma 3 dell’articolo 1 del decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 509, esclusivamente per i soggetti con rapporto di lavoro dipendente, per quelli che non esercitano la professione e per quelli temporaneamente privi di occupazione - si intende volontaria.
Per i soggetti temporaneamente privi di occupazione, a decorrere dall’inizio dell’attivita` lavorativa, resta fermo l’obbligo di iscrizione all’assicurazione generale obbligatoria o alle forme esclusive ed esonerative della medesima. Per i liberi professionisti restano ferme le disposizioni vigenti in materia.
Nella presentazione della proposta di legge c’è anche un richiamo alla Costituzione (che all’articolo 38 obbliga a versare i contributi ai rispettivi enti gestori dell’assicurazione generale obbligatoria) e a “principi di equita` e di sostegno sociale” in base ai quali “si vuole evitare quella che allo stato di fatto risulta come l’imposizione di una doppia contribuzione obbligatoria per i professionisti sanitari dipendenti e che non esercitano e per quelli senza rapporto di lavoro, perchè “proprio tra questi il numero dei dipendenti pubblici o privati e` decisamente superiore a quello delle altre categorie professionali”.