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PROFESSIONI: NUOVO TESTO DI RIFORMA

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Un unico articolo di nove commi, contenente in sintesi tutti i punti della riforma. E’ il nuovo testo della riforma degli ordini e delle professioni messa a punto dal Ministro della Giustizia, Roberto Castelli. Il nuovo testo è stato divulgato solo in via ufficiosa ieri, proprio quando gli ordini, si erano riuniti per esprimere un parere di massima sulla proposta di legge. Stando agli accordi verbali presi due settimane fa con la commissione giustizia del senato, si pensava che il ddl doveva essere sezionato in una decina di emendamenti da presentare al testo Cavallaro-Federici all’esame della stessa commissione. Il CUP, in attesa di sapere su quale testo pronunciarsi, ha inviato una lettera al ministro della giustizia per avere dei chiarimenti. Italia Oggi pubblica la bozza di articolato sulla riforma delle professioni. Nel testo viene ribadito il sistema di obbligatorietà dell’iscrizione agli Ordini anche per i professionisti dipendenti. L'esercizio in forma societaria delle professioni è ammesso alle società semplici e a quelle in nome collettivo. Il tirocinio, “può essere svolto secondo le norme deontologiche, sotto la responsabilità di un professionista, anche presso amministrazioni e società che svolgono attività del settore”. Al praticante sarà riconosciuto un compenso “che tiene conto dell’effettivo apporto reso, con riferimento al regime tariffario delle prestazioni svolte”. L’attività di formazione può essere svolta dagli ordini e collegi unitamente a casse di previdenza, associazioni e sindacati di professionisti, università e istituti di ricerca purché rispettino le norme deontologiche previste. I codici deontologici dovranno assicurare l’informazione alla clientela e consentire la pubblicità. Gli ordini provinciali, si legge al comma 8, possono costituire coordinamenti a livello regionale al fine di promuovere uan rappresentanza unitaria nei rapporti con l’amministrazione regionale. Per quanto riguarda infine, la disciplina di riconoscimento delle associazioni non regolamentate, la norma stabilisce che il ministro della giustizia, con un decreto di natura non regolamentare costituisce un elenco delle associazioni tra coloro che “esercitano attività professionali non regolamentate” con l’obiettivo di “promuovere il profilo professionale degli iscritti e il rilascio di periodici attestati in ordine alla loro qualificazione professionale”. Critiche da parte del segretario e presidente di Assoprofessioni che commentano: “un ritorno al passato di almeno due anni”. “Così com’è ora articolato – spiega il segretario Falcone – non va affatto nella direzione di apertura e sostegno dei mercati”. E aggiunge Giorgio Berloffa, Presidente di Assoprofessioni: “Spero solo che questa formulazione sia frutto di disattenzione nella trascrizione di concetti. Se fosse da prendere alla lettera metterebbe in seria difficoltà il riconoscimento di tutte le associazioni”. (Fonte: Italia Oggi)