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FNOVI: VETERINARIO NON COMMERCIANTE

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Veterinario e toelettatore? Non si può. Il provvedimento con il quale la Regione Umbria ha adottato l’Accordo Stato-Regioni sui requisiti minimi delle strutture veterinarie, offre alla FNOVI l’opportunità di ribadire l’incompatibilità fra l’esercizio della professione medico-veterinaria e altre attività commerciali o artigianali. La regione Umbria ha infatti espressamente vietato “ la coesistenza o la comunanza con altre attività (commerciali, artigianali o di allevamento come per esempio, negozi di vendita, toelettatura, allevamenti o commercio di animali". La FNOVI ha quindi diramato una circolare agli Ordini provinciali nella quale dichiara di aver “ salutato con un plauso questa puntualizzazione, essendo stata più volte chiamata a pronunciarsi in ordine al rispetto dell'obbligo della separazione delle attività di ambulatorio veterinario da attività diverse”. Già nel decaduto D.M. 20 settembre 1996 (Individuazione delle strutture sanitarie veterinarie private) si stabiliva che le strutture veterinarie : non devono avere comunicazione con altri ambienti o locali dove si svolgono attività diverse", confermando la necessità che le singole attività dovessero essere esercitate in locali separati, che possedessero individualmente i requisiti richiesti. In netto dissenso col decadimento di questo Decreto, la FNOVI ha continuato a fare riferimento all’articolo 193 del Testo Unico delle Leggi Sanitarie e al Codice Deontologico che “ impone che l'attività del medico veterinario non abbia alcuna commistione con attività non attinenti all'esercizio della professione veterinaria”. La circolare agli ordini, firmata dal Presidente D’Addario l’8 febbraio scorso, si chiude con “l’augurio che quanto esposto possa fugare ogni incertezza in ordine alla opportunità di prevedere la separazione delle strutture sanitarie da altre di diversa natura, e che una espressa previsione di incompatibilità, al pari di quanto disciplinato dalla Regione Umbria, possa essere inserita anche nelle altre delibere regionali, grazie al tempestivo intervento dei rappresentanti degli Ordini Provinciali dei Medici Veterinari”.