Il coordinatore degli Assessori regionali della Sanità Fabio Gava, assessore veneto alla sanità spiega gli obiettivi del Centro di riferimento per l'ECM nel Veneto, presentato a Treviso nei giorni scorsi. Siamo partiti da alcune considerazioni di carattere generale- spiega Gava in una intervista per il sito della FNOMCEO- la formazione ha un ruolo strategico per l'adeguamento progressivo del patrimonio culturale, professionale del personale del servizio sanitario e impone alla Regione una particolare attenzione per la realizzazione di un sistema che dia garanzia non solo sul possesso ma anche sull'adeguamento continuo delle competenze professionali degli operatori. Noi abbiamo approfittato della legge nazionale D. Lgs 502/1992 che ha istituzionalizzato l'Educazione Continua in Medicina (E.C.M.), dando così un nuovo impulso alla formazione continua per operare una revisione in ordine agli obblighi formativi per tutti gli operatori sanitari. Il nostro intento - aggiunge Gava- è stato quello di trasformare in una opportunità un obbligo di legge e per fare questo, perché i nostri operatori non debbano partecipare alle iniziative di aggiornamento per mero obbligo ma perché l'aggiornamento e la formazione continua siano occasione di valorizzazione delle proprie competenze abbiamo istituito il Centro di Riferimento Regionale, per potere accreditare in proprio gli eventi formativi che si svolgono nella Regione, per evitare disagi agli operatori ma anche per operare un diretto controllo sulla qualità degli eventi. L’Assessore Gava auspica che il modello Veneto possa essere condiviso dalle altre Regioni italiane e si integri con le indicazioni dell’Europa: “ritengo ovvio considerare che il mondo è diventato più piccolo- dice Gava- che gli scambi culturali e la libera circolazione di pazienti e professionisti sanitari deve portarci verso una uniformità dei percorsi di formazione e quindi anche dei metodi di certificazione degli stessi oltre che del reciproco riconoscimento dei titoli. In questa ottica europeista ci siamo già mossi e proprio in occasione di un convegno tenuto a Venezia è stata firmata una dichiarazione di intenti per il reciproco riconoscimento delle iniziative di formazione fra le regioni dell'Arco Alpino (Veneto, Friuli Venezia Giulia, Province Autonome di Trento e Bolzano, insieme a Carinzia, Stiria, Slovenia e Croazia) e nella quale la formazione viene definita "obbligo etico" per il professionista. Questo documento prende il nome di "Carta di Venezia".
In Veneto sono più di 76.000, censiti in Ordini, Collegi e Associazioni Professionali (circa 80 organismi sul territorio) i professionisti della salute dipendenti del sistema sanitario regionale e coloro che praticano la libera professione. E sono più le donne: il 57 per cento.