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CANONE TARGHE, L'ANMVI SCRIVE AI COMUNI

Il canone sulle targhe e insegne professionali non è dovuto se la superficie non supera i 5 metri quadrati. Si tratta di disposizioni introdotte dalla legge 24 aprile 2002 n . 75, di conversione del d.l. 22 febbraio 2002 n. 13, avvalorate da una circolare esplicativa dell’Ufficio Federalismo Fiscale del Ministero delle Finanze dell’8 maggio 2002. Eppure, a distanza di anni, in molti comuni italiani l’esenzione è disattesa e altrettanti medici veterinari professionisti hanno segnalato all’ANMVI situazioni vessatorie. Per questo il presidente dell’ANCI ( associazione nazionale comuni italiani) Leonardo Domenici e la presidente dell’ANPCI ( Associazione nazionale piccoli comuni italiani) Franca Briglio sono destinari di una lettera dell’ANMVI in cui si denuncia una “ situazione di diffuso quanto indebito disagio, sopportata dalla Categoria Medico Veterinaria “. L’ANMVI, si legge nella lettera, “ può documentare numerosi casi di mancata applicazione della Legge, nonchè atteggiamenti e comportamenti vessatori tanto da parte di talune amministrazioni comunali quanto delle società concessionarie da queste incaricate. L’allegata circolare, emanata dal Dipartimento per le Politiche Fiscali del Ministero delle Finanze, viene correttamente applicata dalla gran parte dei Comuni e la sua formulazione, chiara e precisa, non consente equivoci interpretativi. Anche la stampa nazionale specializzata ha più volte ribadito che il canone non è dovuto entro le superfici sopra ricordate e che l’esenzione si applica, senza ombra di dubbio, anche ai professionisti veterinari privati, in quanto titolari di attività di produzione di servizi”. In caso di persistenti richieste di pagamento da parte delle amministrazioni comunali, numerosi esperti fiscali interpellati e gli stessi consulenti della nostra Associazione non hanno esitato ad invitare i professionisti in contenzioso a presentare ricorso nelle sedi competenti. Ma nella lettera l’ANMVI giudica “ inaccettabile che la corretta applicazione delle leggi vigenti dipenda dall’azione giudiziaria e che i professionisti privati vengano esposti a continui contenziosi, che arrecano disturbo e disagio all’esercizio dell’attività professionale”. La lettera, inviata per opportuna conoscenza anche all’Ufficio Federalismo Fiscale del Ministero delle Finanze, si conclude con la richiesta di dare un riscontro scritto, “formale e ufficiale, utile a confermare la corretta applicazione delle disposizioni in oggetto” e di indirizzare tale chiarimento anche alle amministrazioni comunali aderenti all’ANCI e all’ANPCI. Infine l’ANMVI ha chiesto ai destinatari di “ porre in essere altre misure idonee a ristabilire la corretta applicazione della legge, a risolvere contenziosi infondati e a scoraggiare comportamenti illegittimi ai danni del cittadino medico veterinario”.