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“CASO LIBERO”, REAZIONI ALL’INCHIESTA

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L’articolo sulla malasanità veterinaria pubblicata dal quotidiano Libero il 16 dicembre fa discutere i medici veterinari, divisi sui contenuti e sul significato dell’inchiesta. L’ANMVI ha inviato una lettera al quotidiano di Feltri a cui è seguita anche una nota ufficiale della FNOVI. Entrambe le sigle veterinarie stigmatizzano le generalizzazioni ed informazioni errate contenute nell’articolo, “ tali da renderlo- scrive la Federazione- completamente fuorviante dalla situazione reale della professione veterinaria nel nostro Paese”. “L’autore dell’articolo- prosegue la nota della FNOVI- ha dimostrato di ignorare tutte le normative che regolamentano l’esercizio della professione veterinaria, che, al pari di quella medica, soggiace ad una complessa serie di obblighi di legge. I casi di “malasanità” denunciati nell’articolo, per quanto riprovevoli qualora ne fosse accertata la veridicità dagli organi competenti, non possono certo offuscare il grandissimo ed apprezzato ruolo svolto dalle decine di migliaia di medici veterinari che ogni giorno nel nostro Paese garantiscono la salute ed il benessere animale, oltre che a tutelare indirettamente la salute umana”. La lettera dell’ANMVI ha ritenuto di rettificare le conclusioni dell’articolo che, partendo dalla sola testimonianza raccolta dalla curatrice dell’inchiesta, arrivavano a definire l’intera professione veterinaria da “Far West”.
Il quotidiano Libero non ha dato corso alla pubblicazione di replica alcuna, ma ha preso contatti per una intervista con il dottor Stefano Candotti, responsabile per l’ANMVI delle Buone Pratiche Veterinarie e componente del gruppo di lavoro europeo (UEVP e FVE) che le ha elaborate.