Oltre 200 associazioni non governative hanno chiesto oggi di far cessare permanentemente le importazioni nell'Unione Europea degli uccelli catturati in natura, dichiarando che questo commercio costituisce una minaccia alla conservazione ed alla salute umana, oltre ad essere causa di inutili sofferenze per gli uccelli.
La Dichiarazione Europea per gli Uccelli Selvatici è stata inviata ai governi europei, ai Commissari UE, ed ai Membri del Parlamento Europeo. La Dichiarazione chiede all'Unione Europea che l'attuale sospensione delle importazioni degli uccelli provenienti dall'Asia e in scadenza il prossimo 15 Dicembre, venga resa permanente,e che includa tutti gli uccelli catturati in natura. Le associazioni firmatarie, che includono l'RSPCA, Defenders of Wildlife, Greenpeace, American Bird Conservancy , Pro Wildlife ed il World Parrot Trust, avvisano che, proseguendo ad importare uccelli selvatici i cittadini europei vengono esposti al rischio delle epidemie di malattie infettive e potenzialmente letali, come l'influenza aviare, che nel 2004 ha già causato la morte di 32 persone.
L'Unione Europea è il più grande importatore mondiale di uccelli selvatici, rappresentando l'80% del mercato internazionale ed importando circa un milione di uccelli l'anno. I rischi sanitari rappresentati da questo commercio sono stati evidenziati lo scorso Ottobre, quando due aquile importate a Bruxelles dalla Tailandia sono risultate positive ad un ceppo letale di influenza aviare. I ricercatori hanno identificato questo ceppo virale come una delle varianti più letali conosciute, che ha ucciso oltre il 70% delle persone che ne sono state infettate. "Non possiamo più ignorare i rischi sanitari rappresentati da questo commercio ed i costi imposti alla società," ha dichiarato il Dr.James Gilardi, direttore del World Parrot Trust. "Il divieto di importare uccelli selvatici è una misura semplice ed efficace per contenere i rischi di future epidemie.", "All'inizio dell'anno, alcuni pappagalli, parte di una spedizione importata in Italia dal Pakistan, sono risultati positivi ad una forma letale della malattia di Newcastle. Nonostante ciò le misure di notifica europee non sono state attivate tempestivamente non permettendo alle industrie del pollame di mettere in atto gli interventi cautelativi necessari." La Dichiarazione evidenzia come i controlli delle epidemie di questa, e di altre malattie trasmesse dagli uccelli, sono già costati milioni di Euro alle industrie ed ai contribuenti europei. "Come il più grande consumatore mondiale di uccelli selvatici, l'UE dovrebbe assumersi la responsabilità degli effetti che questo commercio ha sul benessere e sulla conservazione degli uccelli" ha dichiarato David Bowles, Direttore delle Relazioni Esterne del RSPCA, "A causa delle malattie e dei maltrattamenti, per ogni uccello venduto nei negozi europei ne muoiono fino a tre. I maltrattamenti ed il cattivo mantenimento degli uccelli, dal momento della cattura fino all'importazione, non influiscono solo sui singoli esemplari, ma hanno anche un impatto sulla conservazione," ha aggiunto Bowles.
La dichiarazione chiede alla Commissione Europea di adottare una normativa che vieti le importazioni degli uccelli selvatici, allineando le normative europee con quelle di altri paesi sviluppati come l'Australia e gli USA.