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GIOSTRA SAN GEMINI, DOPING A CAVALLI

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Sostanze ritenute dopanti erano state somministrate a cinque degli otto cavalli che il 10 ottobre hanno partecipato alla Giostra dell'arme di San Gemini. E' quanto emerso dalle analisi del sangue alle quali gli animali sono stati sottoposti nell'ambito di un controllo eseguito dai carabinieri dal Nas di Perugia. Due priori e due proprietari delle scuderie sono stati quindi denunciati a piede libero.Le analisi sono state eseguite presso il laboratorio Unire Lab di Settimo Milanese. Nel sangue di cinque cavalli - hanno riferito gli investigatori - e' stata trovata una quantita' ritenuta anomala di fenilbutazione ed ossifenilbutazione, farmaci (antinfiammatori non steroidei) usati nel trattamento di contusioni, ematomi, stiramenti, dolori muscolari e delle articolazioni. Negli altri tre animali la concentrazione delle sostanze era comunque vicina ai limiti previsti. Secondo gli accertamenti svolti dal Nas, i due farmaci individuati permettono di alleviare il dolore e quindi di sottoporre i cavalli a sforzi superiori al normale. Tutto questo ha portato gli investigatori a ritenere che le sostanze siano state somministrate non a scopo terapeutico ma per migliorare la prestazione sportiva. I due priori e i due proprietari di scuderie (che mettono a disposizione di rievocazioni storiche e altre manifestazioni sportive i loro animali ) sono stati quindi denunciati alla procura di Terni. A loro carico vengono ipotizzati i reati di somministrazione di sostanze dopanti ai cavalli, esercizio abusivo della professione di farmacista (per l'approvvigionamento dei prodotti) e per le sofferenze alle quali sono stati sottoposti gli animali partecipanti alla giostra. I controlli sono stati svolti dal Nas in collaborazione con il corpo forestale dello Stato di Terni e al servizio veterinario sanita' animale dell'azienda sanitaria locale ternana. L'operazione e' stata finalizzata a verificare l'eventuale uso di sostanze dopanti, nonche' le condizioni di trasporto e benessere degli animali. Respingono ogni responsabilita' gli organizzatori della Giostra dell'arme di San Gemini e i due priori della citta' umbra dopo la notizia che cinque cavalli sono risultati dopati in occasione della gara disputata nell'ottobre scorso (quattro le persone denunciate a piede libero). Il presidente dell'Ente giostra, Agastino Tabarrini e' categorico: ''noi non c'entriamo''. ''I cavalli - spiega - sono gestiti esclusivamente dai due rioni che, tra l'altro, tengono segreti i loro nomi e quelli dei cavalieri fino all'ultimo per non favorire gli avversari. Sono sempre i rioni a cercare gli animali, ad assicurarli fin da quando entrano nelle scuderie. Noi ci limitiamo solo ad assicurare la manifestazione per le responsabilita' civili per danni eventuali che i cavalli potrebbero arrecare agli spettatori. Per il resto - ribadisce - tutta la gestione e' affidata ai due rioni''. Respinge ogni responsabilita' anche il priore del rione Piazza, Emanuele Camiciola. ''Di questa vicenda - afferma - non ne so assolutamente nulla. Non ho mai pensato che i cavalli potessero essere dopati. Tra l'altro non sono ancora stato informato sui risultati delle analisi cui sono stati sottoposti. Insomma, mi ritengo totalmente estraneo alla vicenda''. Analogo l'atteggiamento del priore del rione Rocca, Sergio Magliocchetti.Intanto i sostenitori di quest'ultima contrada, quella che si e' aggiudicata il palio di quest'anno, sottolineano come il successo sia stato meritato e ottenuto senza ricorrere a sostanze dopanti per i cavalli. (fonti: animalieanimali.it/ANSA)