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DAL DOPING SPORTIVO ALLA ZOOTECNIA

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Anche prodotti farmaceutici fino ad oggi conosciuti per l' utilizzo nel campo sportivo come doping sono finiti a gonfiare le carni degli animali da allevamento: e' il caso del Dhea, deidroepiandrosterone, un precursore del testosterone. A scoprirlo sono stati i Carabinieri del Nas di Bologna nel corso dell' inchiesta condotta con la Procura di Rimini che un mese fa aveva portato in manette 54 persone - poi scarcerate - e che si era incentrata su un traffico di farmaci e prodotti chimico-farmaceutici utilizzati secondo l' accusa per 'gonfiare' bovini e suini, ma soprattutto polli e tacchini. Animali allevati, sempre secondo l' accusa, a dosi massicce di antibiotici, ormoni e altri prodotti, alcuni dei quali 'vietati' perche' sospettati di essere cancerogeni, somministrati completamente al di fuori di ogni controllo veterinario. Le analisi, eseguite dal laboratorio ricerca Residui di sostanze anabolizzanti negli alimenti, Dipartimento Sanita' Alimentare e Animale dell' Istituto superiore di sanita' di Roma, ora hanno accertato che uno dei pacchi provenienti dalla Cina con sopra scritto 'contiene riso', in realta' conteneva Dhea. Una sostanza spesso sequestrata in operazioni antidoping, ma che mai era stata trovata negli allevamenti. Si tratta di un precursore dell'androgeno testosterone, appunto, che una volta assunto si trasforma nell' organismo in altre sostanze anabolizzanti, androgeni ed estrogeni, cancerogene. Il Dhea e' una sostanze di cui, ad oggi, non e' previsto il controllo negli allevamenti a livello europeo. Il suo ritrovamento dovrebbe consentire alle Autorita' sanitarie di prendere provvedimenti per garantire la salute dei consumatori e la sicurezza dei prodotti alimentari e garantire la veridicita' dell'etichettatura prevista di recente per le carni. E tra le circostanze scoperte dall' inchiesta del Nas anche la somministrazione di veri e propri cocktail di anabolizzanti agli animali, composti anche da otto sostanze diverse. Questo per eludere il ritrovamento delle sostanze nelle carni degli animali, rendendo piu' difficoltose le analisi, e potenziare gli effetti anabolizzanti, ma con la conseguenza di aumentare il rischio per gli animali stessi e per i consumatori. L' operazione del Nas aveva coinvolto 31 province e sei regioni: Lombardia, Veneto, Piemonte, Umbria, Marche ed Emilia- Romagna. Le indagini presero le mosse da un controllo di routine e dall'attivita' sospetta di un mediatore residente nel riminese. Gli animali da reddito (tra i quaranta allevamenti coinvolti figura un po' di tutto, compresi pesci e fagiani), per l' accusa venivano imbottiti di antibiotici, e gli ultimi risultati delle analisi hanno riscontrato la presenza nelle carni - anche in quelle dei pesci - di Cloramfenicolo, Dimetridazolo, Olaquindox, sostanze cancerogene o mutagene in alcuni casi somministrate in cocktail. (ANSA).