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LE REGIONI: MINSAL E MIPAF SI COORDININO

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Per le Regioni occorre individuare le competenze specifiche dei settori Agricoltura e Sanità sulle tematiche relative alla sicurezza alimentare lungo tutta la filiera produttiva. Rispetto alle competenze la Conferenza Stato Regioni ha puntualizzato che rispetto a quelle sanitarie occorre gestire e migliorare il sistema di sorveglianza sulla sicurezza alimentare attraverso almeno le seguenti azioni: definire gli indicatori che misurano la sicurezza alimentare; acquisire ed elaborare i dati epidemiologici, dati sulle produzioni e di interesse sanitario sulle abitudini alimentari;effettuare l’analisi e la valutazione dei rischi alimentari;individuare sistemi di controllo dei rischi; pianificare il programma annuale e pluriennale di sorveglianza degli alimenti in base all’analisi dei dati epidemiologici, alla valutazione dei rischi ed alle nuove conoscenze; pianificare il programma annuale dei controlli analitici sugli alimenti anche sulla base delle indicazioni ministeriali e comunitarie; valutare e comunicare i risultati dell’attività di sorveglianza; proporre attività di ricerca e studio sulla sicurezza degli alimenti; fornire linee guida ai produttori per il controllo dei rischi; proporre programmi di formazione per il personale di vigilanza e controllo e programmi di formazione per gli operatori del settore; coordinare le emergenze alimentari. Per quanto concerne invece le competenze afferenti alle politiche agricole è necessario garantire il consumatore sulla qualità degli alimenti, attraverso almeno le seguenti azioni: definire i requisiti minimi strutturali e gestionali di produzione per qualificare le produzioni agro-alimentari; approvare i disciplinari volontari (che definiscono le caratteristiche qualitative ed i sistemi di produzione) per i prodotti regionali e quelli dei prodotti regolamentati a livello comunitario; fornire linee guida agli operatori ed alle organizzazioni sulla qualità delle produzioni, programmando anche attività di sorveglianza sulle produzioni di qualità regolamentate anche sulla base delle indicazioni ministeriali e comunitarie. occorre poi valorizzare e tutelare le biodiversità e le produzioni agro-alimentari tradizionali e pianificare e attuare il programma annuale dei controlli analitici sulle produzioni oggetto di sostegno pubblico. E' anche - secondo le Regioni - prioritario promuovere e realizzare programmi di assistenza tecnica e di divulgazione, attività di ricerca e studio su aspetti qualitativi dei prodotti, programmi di formazione sulla qualità per il personale di vigilanza e controllo e per gli operatori del settore. Vanno valutati e comunicati i risultati dell’attività di sorveglianza sulla qualità. Infine dev'essere verificata la corretta applicazione delle normative relative all’impiego di OGM in agricoltura e va promosso il miglioramento genetico del patrimonio zootecnico e vegetale. il documento delle Regioni si sofferma anche sulle principali criticità relative alla filiera agroalimentare riguardano la complessità del sistema agroalimentare in relazione alla frammentazione, diversificazione e delocalizzazione delle produzioni e del rapido sviluppo delle tecnologie, i rischi emergenti, le tecnopatie, la sostenibilità dei sistemi di produzione degli alimenti e la sfiducia ed incertezza del consumatore. Il documento sottolinea anche la scarsa conoscenza da parte dei consumatori delle caratteristiche nutrizionali e dei prodotti a qualità regolamentata in commercio e l'impoverimento delle risorse alimentari tradizionali. Solo un coordinamento tra le due competenze sanitarie ed agricole - sottolineano le Regioni - consente una migliore attuazione degli interventi previsti dal Piano Sanitario Nazionale, dai Piani Sanitari Regionali e dalle politiche agricole nazionali e regionali tese a qualificare e valorizzare le produzioni.(Fonte: Conferenza Stato Regioni)