L' immediata sospensione dell' obbligo di vaccinazione ''in attesa di adottare i provvedimenti conseguenti all'approfondimento delle inquietanti tematiche sanitarie e socio-economiche'': e' quanto chiede il Presidente della Regione Lazio Francesco Storace al ministro della Salute Girolamo Sirchia con un lunga lettera sulla questione della Lingua Blu, che nel Lazio vede coinvolte oltre ventimila aziende zootecniche. Storace sollecita l' ''urgente, autorevole e risolutivo intervento'' del ministro, ''anche al fine di evitare sia una dannosa contrapposizione istituzionale sia il rischio (concreto) che le preoccupazioni e il malumore degli allevatori, esasperati dagli ingenti danni già subiti nelle precedenti campagne di vaccinazione e privi di rassicuranti prospettive, possano degenerare in atteggiamenti anche collettivi di protesta, pregiudizievoli per l'economia nazionale e di quello regionale''. Storace nella lettera sottolinea come ''la Regione Lazio ai tempi della prima campagna di vaccinazione nel 2002 ha messo in campo tutte le forze necessarie per adempiere ai provvedimenti ministeriali impiegando ingenti risorse regionali: lo sforzo prodotto non ha tuttavia ottenuto l adeguato riconoscimento da parte della filiera produttiva del Nord Italia''. IL presidente della Regione Lazio fa notare come ''permangono barriere commerciali al flusso degli animali vaccinati'' che causano ''danni economici''. ''A seguito dell’ emergenza 'blue tongue' -si legge nella lettera- nella Regione Lazio nel corso del 2003 gli allevatori sono stati indotti a cedere il 12 per cento delle proprie quote-latte al Nord con gravi ripercussioni di carattere socio-economico''. Per quanto riguarda i danni diretti, conseguenza delle vaccinazioni, Storace evidenzia che ''gli stessi allevatori hanno denunciato una perdita delle performances produttive, una riduzione della produzione lattea ed in ultimo un decadimento delle condizioni del benessere animale all interno delle aziende''. Una situazione, si legge nella lettera, che potrebbe aggravarsi ''con le indicazioni, per l anno 2004, di vaccinare con piu' sierotipi''.
Il presidente della Regione Lazio fa inoltre presente al ministro ''alcuni elementi di incertezza: la mancanza di dati certi sulla presenza e circolazione del virus nella regione, sul protocollo di somministrazione del vaccino e sulla previsione di copertura finanziaria relativa al risarcimento dei danni alle aziende, costi che, ad oggi, sono stati sostenuti esclusivamente dalle Regioni coinvolte''. Inoltre nella lettera vengono solleciti provvedimenti relativi alla ''possibilita' di movimentare tutti gli animali vaccinati del territorio di origine, alla revisione di alcune disposizioni previste nella vigente Ordinanza, alla rimozione di tutti gli ostacoli sanitari posti da altre Regioni che concorrono a mantenere le difficolta' di commercializzazione e movimentazione degli animali, al miglioramento della gestione e dell efficienza dei piani di sorveglianza anche attraverso il decentramento delle attivita' diagnostiche con il coinvolgimento, oltre che dell Istituto Superiore di Sanita' anche degli IZS regionali''. Storace inoltre auspica ''un intervento risolutivo'' del Ministro ''per evitare sia una dannosa contrapposizione istituzionale sia il rischio che le preoccupazioni ed il malumore degli allevatori, esasperati dagli ingenti danni gia' subiti nelle precedenti campagne di vaccinazione e privi di rassicuranti prospettive, possano degenerare in atteggiamenti anche collettivi di protesta pregiudizievoli per l economia nazionale e l immagine stessa del Governo nazionale e di quello regionale''. Se per la sospensione del vaccino sulla ''lingua blu'' non bastera' la lettera al ministro Sirchia, Storace e' pronto a scrivere anche ai vertici della Casa delle liberta'. Lo ha detto lo stesso presidente della Regione Lazio incontrando gli agricoltori a Formia (Latina). ''Una lettera a Fini, Berlusconi e Follini - ha spiegato - per dire a tre amici che mentre stanno facendo la verifica di governo si preoccupino anche dei problemi della gente e non solo dei ministeri''. Il presidente della Regione Lazio ha aggiunto: ''Non e' una questione che riguarda direttamente Sirchia ma i direttori generali che se non debbono prendere voti percepiscono pure stipendi dei quali devono rispondere''. (ANSA).