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L’ANIMALE E’ COME UNA LAVATRICE

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La Procura della Repubblica di Novara ha restituito un pechinese al proprietario che lo aveva legato al paraurti dell’auto e trascinato per centinaia di metri. Il provvedimento fa discutere ma è legittimo. “La legge non lo impedisce” -spiega al Corsera Maurizio Santoloci, magistrato di Cassazione, collaboratore della LAV e Vice Presidente del WWF. Il caso ha risollevato la questione della considerazione giuridica dell’animale che, per il nostro ordinamento, è a tutt’oggi equiparabile ad una cosa. “ Il Codice Penale contempla il reato di maltrattamento- prosegue Santoloci- ma l’animale non viene considerato come un essere vivente ma come una cosa, quindi che si tratti di un animale, di un’autoradio o di una lavatrice, l’atteggiamento è lo stesso. Non esiste norma che permette di sottrarre l’animale/oggetto al soggetto accusato di maltrattamento, anche se è il proprietario”. Allo stato attuale, malgrado una recente sentenza della Cassazione che ha definito l’animale “essere vivente capace di percepire con dolore comportamenti non ispirati a simpatia, compassione ed umanità”, la riforma del Codice Penale spetta al Legislatore che da molti mesi discute in Parlamento una proposta di legge sulla tutela animale che riscrive proprio l’articolo 727 del Codice Penale. “ La Lav- aggiunge Santoloci – ha chiesto la cancellazione dell’articolo 727 desueto, introducendo la norma che considera l’animale un essere vivente”. E sullo statuto giuridico dell’animale, il Parlamento ha messo in cantiere proposte di legge anche più ambiziose che prevedono l’inserimento del principio del “ rispetto degli animali e delle biodiversità" nella nostra Costituzione.