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BT, REPUBBLICA NON FA MARCIA INDIETRO

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Dopo l’articolo-inchiesta pubblicato da Repubblica il 26 novembre scorso sui danni derivanti dal vaccino contro la lingua blu, l’Istituto Zooprofilattico di Lazio e Toscana scrive al giornale, contestando la dichiarazione che “la malattia si diffonde al 90% proprio con il virus vaccinale”. Il direttore dell’IZS di Lazio e Toscana Nazareno Renzo Brizioli ha replicato ieri al giornalista Rumiz dalle pagine dello stesso quotidiano: “Tale notizia non corrisponde al vero. L’unico documento recentemente prodotto sul tema dall’Istituto è una nota del 25 ottobre inviata al ministero della Salute nella quale non si affermava che la malattia si diffonde attraverso le vaccinazioni,ma che, a seguito dei controlli periodici effettuati, alcuni casi di positività verificatisi su bovini sentinella di Lazio e Toscana erano da attribuirsi a virus vaccinale e non a virus selvaggio. Il fatto che sia dimostrabile la presenza di virus selvaggio o di virus vaccinale ha delle conseguenze completamente diverse ai fini della definizione dello stato sanitario dei territori. Se vi è dimostrazione di virus selvaggio vengono adottati provvedimenti restrittivi nei territori interessati. Gli stessi provvedimenti non vengono adottati qualora sia dimostrabile la circolazione di virus vaccinale. Il documento conteneva le seguenti precisazioni:la vaccinazione pianificata è l’unico strumento idoneo per limitare la diffusione della Blue Tongue sul territorio; il modello di sorveglianza nazionale adottato in Italia si è confermato adeguato, dare un contributo utile all’analisi del rischio associato allo spostamento di animali vivi che , se vaccinati da oltre 30 giorni e da non oltre 12 mesi, non rappresentano un rischio di diffusione del virus Blue Tongue.” Ma il giornalista Rumiz non è apparso soddisfatto delle spiegazioni ed ha contro-replicato tornando sull’assunto della sua inchiesta: “ Il senso era che il vaccino vivo adottato dall’Italia è molto meno sicuro di quello spento che pure esiste. Lo sanno tutti e la lettera lo conferma. Quanto alla sorveglianza adottata essa sarà forse adeguata e sensibile nel monitoraggio della malattia e delle vaccinazioni. Certamente non lo è nel rilevamento degli effetti collaterali, disastrosi. Il Ministro Sirchia ha liquidato la questione parlando di danni minimali. Come ha fatto a valutarli? Chi è stato mandato sul territorio a fare la farmacovigilanza richiesta dalla legge’ Chi ha registrato i morti, gli aborti, i feti malformati, le perdite di latte?Rispondiamo noi: quasi nessuno. Ma allora, se le vaccinazioni dipendono dalla valutazione del rapporto fra costi e benefici, fra danni e terapie riuscite, come si fa a valutare l’operazione?