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LAZIO, IN VIGORE LA LEGGE SUI CANI

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Entro il 20 gennaio del 2004 i cani morsicatori e quelli appartenenti alle razze previste dalla Legge Regionale del Lazio n. 33 del 6 ottobre scorso dovranno essere iscritti in un registro speciale. Recita l’articolo 1 della legge: In ogni azienda unità sanitaria locale, di seguito denominata azienda USL, presso gli uffici competenti alla tenuta dell'anagrafe del cane, di cui all'articolo 12 della legge regionale 21 ottobre 1997, n. 34 (Tutela degli animali di affezione e prevenzione del randagismo) è istituito un registro speciale al quale devono essere iscritti i cani appartenenti alle seguenti razze: pitbull, staffordshire terrier, staffordshire bull terrier, bullmastiff, dogo argentino, dogue de Bordeaux, fila brasileiro, cane corso e loro incroci. 2. Al registro di cui al comma 1 devono essere iscritti anche i cani che abbiano morso o commesso aggressioni nei confronti di persone tali da provocare lesioni e tali da richiedere intervento sanitario, medico o chirurgico. La legge prevede corsi e il rilascio di un patentino per i proprietari dei cani appartenenti alle razze sopraelencate. I corsi sono “organizzati dalla Regione per il tramite dei servizi veterinari delle aziende USL, al fine di accrescere l'educazione civica ed il senso di responsabilizzazione dei proprietari medesimi. I proprietari dei cani appartenenti alle razze di cui all'articolo 1, comma 1 sono tenuti a far frequentare ai propri animali dei corsi organizzati dalla Regione per il tramite dei servizi veterinari delle aziende USL. Al termine dei corsi sono rilasciati appositi patentini. Per l'espletamento dei corsi le aziende USL possono avvalersi di esperti iscritti in un apposito albo istituito presso la struttura regionale competente. I requisiti e le modalità per l’iscrizione a tale albo sono stabiliti con deliberazione della Giunta regionale. La legge stabilisce anche precisi obblighi per i medici veterinari: i cani devono essere sottoposti ogni dodici mesi a visita veterinaria presso i servizi veterinari delle aziende USL competenti per territorio. Qualora nel corso delle visite venga accertato che l'animale presenta segni di lotta, i servizi veterinari delle aziende USL sono tenuti a segnalare l'animale ed il proprietario alle competenti autorità di pubblica sicurezza ed a ripetere la visita due mesi dopo. Dopo tre segnalazioni i servizi veterinari delle aziende USL trattengono l'animale in osservazione e provvedono, se necessario, alla rieducazione del medesimo prima di restituirlo al proprietario. Gli oneri economici connessi alle visite veterinarie e alla rieducazione dell’animale sono interamente a carico del proprietario, possessore o detentore dello stesso. Una Commissione Regionale di valutazione e di controllo si occuperà dell’applicazione della legge. E’ presieduta dal dirigente della struttura regionale competente ed è formata da un rappresentante dei veterinari delle aziende USL, da un veterinario esperto in terapia comportamentale e da un etologo indicati dall'ordine dei medici veterinari. Commenta Tullio Paolo Scotti, Presidente dell’Ordine dei Veterinari di Roma: “Esprimo grandi perplessità su questa legge, perchè le uniche cose che siamo riusciti ad ottenere sono state il coinvolgimento dell’ordine in fase di discussione del provvedimento e un paio di emendamenti, fra cui l’inserimento di un comportamentalista nella Commissione. Purtroppo le nostre rimostranze sul coinvolgimento dei liberi professionisti non hanno trovato ascolto nella Regione. E’ tutto statalizzato come se questo fosse l’unico modo per intervenire concretamente sul problema. Il servizio pubblico può certamente fare molto, ma non tutto e dovrà oggettivamente coinvolgere il veterinario privato. Abbiamo anche ottenuto per l’animale di comprovata e irrecuperabile pericolosità la previsione dell’eutanasia piuttosto di una crudele reclusione. Complessivamente, non possiamo leggere senza forti perplessità questa legge”.