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IN ITALIA LE PROFESSIONI MENO LIBERE

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Una ricerca realizzata dall'Istituto per gli studi avanzati di Vienna (Ihs) mette l’Italia al primo posto fra i Paesi con i maggiori vincoli alle libere professioni. L’indagine è nella della documentazione di base analizzata ieri a Bruxelles dalla conferenza sugli ordini professionali. Secondo una sintesi dello studio, "regole professionali particolarmente rigide" sono in genere riscontrate in Austria, Germania, Grecia, Italia e Lussemburgo; "relativamente meno strette" sono le norme in Francia, Spagna e Belgio mentre un "quadro regolatorio considerevolmente più flessibile "sarebbe in Irlanda, Olanda, Gran Bretagna e nei paesi nordici". In una tabella basata su "livelli di regolamentazione" calcolati dall'Ihs, l'Italia compare al primo posto come il paese più 'rigido' e nel quale ci si attende “ un significativo impatto negativo sulla concorrenza''. Sono considerati “vincoli” le tariffe e i codici deontologici che impediscono di farsi pubblicita'. Una consultazione fra le professioni d’Europa è stata lanciata nel marzo scorso dalla Direzione per la Concorrena della Commissione europea. Per la veterinaria italiana vi ha preso parte l’ANMVI, attraverso CONSILP-CONFPROFESSIONI, collimando con il parere espresso da molti professionisti e associazioni professionali d’Europa, anche non veterinarie, che hanno ribadito come un certo grado di regolamentazione sia necessario per assicurare il buon funzionamento delle professioni, pur auspicando il superamento di vincoli anacronistici e che richiedono interventi urgenti di attualizzazione: primo fra tutti il vincolo della pubblicità sanitaria rispetto alle nuove tecnologie dell’informazione. Alla consultazione promossa dalla Direzione per la concorrenza della Commissione Europea, la maggioranza degli interpellati ha risposto pronunciandosi a favore di requisiti per l'accesso alla professione e regole che proteggano i ''valori'' cardine della professione ma si sono detti contrari sulla necessita' di regolamentazioni come fissazione di tariffe, interdizioni alla pubblicita' e restrizioni alla cooperazione interprofessionale. Solo una minoranza ha perorato regole piu' restrittive.(fonte:ANSA/CONSILP).