Dopo la sferzata dei giorni scorsi, il Commissario Europeo per la concorrenza Mario Monti apre agli ordini. Alla conferenza sulla regolamentazione dei servizi professionali tenutasi ieri a Bruxelles, è ritornato sul tema della liberalizzazione delle professioni intellettuali e ha invitato gli ordini e associazioni di categoria alla deregulation. Anzi, all’autoregolamentazione.
Il sottosegretario alla Giustizia Michele Vietti , che ha già messo a punto una proposta di legge quadro per il riordino delle professioni intellettuali, si è detto disposto a concordare azioni comuni con Bruxelles in vista della presentazione di una direttiva europea per la regolamentazione dei servizi professionali targata UE. La Commissione Europea sta infatti studiando una proposta di regolamentazione che dovrebbe essere approvata nel giro di pochi mesi. Davanti ad una platea di circa 250 rappresentanti di ordini, associazioni e istituzioni, Gianfranco Rocca, numero due della direzione generale Concorrenza dell'esecutivo Ue, ha preannunciato che ''entro la fine dell'anno'' verra' presentata una direttiva sui servizi professionali che punta a facilitare l'insediamento di professionisti al di fuori del proprio paese di origine armonizzando la legislazione ''ove necessario'' ma incoraggiando l'autoregolamentazione.
“Siamo d’accordo con Monti- ha dichiarato Sergio Polese, segretario del CUP- sul fatto che sia necessario ammodernare le regole professionali e d’altronde l’Italia lo sta già facendo. L’importante però è che non ci si limiti a valutare l’aspetto economico delle prestazioni e si tenga conto dei valori etici e deontologici che sono a tutela del cliente”. L’azione di liberalizzazione è fortemente sostenuta anche dal presidente dell’Antitrust Giuseppe Tesauro e dalle associazioni non regolamentate che vedono nella struttura ordinistica uno strumento corporativo e che per questa ragione avversano la bozza Vietti.
Diretto l’intervento di Ennio Lucarelli, presidente della Fita ( federazione italiana industrie e servizi professionali nel terziario), che ha chiesto al Commissario Monti, senza tuttavia ottenere risposta, di “avviare una verifica in tutti i paesi in cui vige un sistema ordinistico per stabilire per quali atti professionali sussista una caratteristica di interesse generale tale da giustificare l’affidamento in esclusiva a professionisti iscritti a un albo”. Nell’ipotesi di riforma del settore allo studio della Commissione Europea, Monti ha auspicato il coinvolgimento di ordini e associazioni professionali.